Hamsik rivela: "Il primo tatuaggio a 16 anni, per fortuna ero a Bratislava: i miei genitori o accettavano, o mi tagliavano la mano..."

03.05.2016
13:00
Redazione

Tatuaggi, moda e non solo. Il capitano del Napoli Marek Hamsik è stato il protagonista del mensile slovacco "Break" che lo ha intervistato in esclusiva. Ecco quanto tradotto in anteprima da CalcioNapoli24.  

Qual è stato il primo tatuaggio? 

"Qui sulla spalla. Sono tre caratteri cinesi che significano energia, onestà e talento. Simboli legati al calcio, quando me lo feci avevo sedici anni e i miei genitori ne furono all'oscuro"

Ritornasti a casa con la maglia a maniche lunghe? 
"Per fortuna mi trasferii già a Bratislava, se avessi ancora abitato con loro non l'avrei potuto fare. Quando lo videro la prima volta non mi dissero nulla. O mi tagliavano la mano, o accettavano il tatuaggio: scelsero la seconda" 

Ne faresti altri? 
"Non lo so, i tatuaggi mi sono sempre piaciuti. Già ne avevo qualcuno all'età di sedici anni, ed è così pure oggi. E' la mia malattia, è una passione. Se potessi me ne farei altri, ma ho il corpo completamente pieno"

Chi te lo impedisce?
"Mia moglie Martina. Non vuole che io sia del tutto tatuato e si lamenta"

Dopo il primo tattoo, qual è stato il secondo che hai fatto?
"La scritta in caratteri cinesi sul collo. Significa passione e quindi ha un grosso valore. Poi dopo questo ne sono venuti uno dopo l'altro"

A quale dei tanti tatuaggi sei legato in particolar modo?
"Certamente a quello dei nomi dei miei figli e il cuore con la data del giorno del mio matrimonio. Ho anche una scritta in lingua italiana sulla mano ("Proteggi la mia famiglia"), le scarpette che mi regalò mio nonno e il nostro cane. Per il resto non tutti hanno un significato, alcuni li ho fatti perchè mi piacevano"

Chi è il tuo tatuatore?
"I primi due li ho fatti in Slovacchia, il resto a Napoli. Vado sempre e solo dallo stesso ragazzo. Abbiamo un grande rapporto, non ho mai aspettato per tatuarmi. Non lavora da solo, ci sono altri ragazzi che lo aiutano. Quando sto da lui nello studio ci sono sempre una decina di persone che mi fanno compagnia"

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