L'editoriale di Morvillo: "Il sarrismo dà del frocio a Mancini e manda a quel paese Titti Improta in conferenza"

14.03.2018
17:40
Redazione

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Candida Morvillo per l'edizione odierna del Corriere del Mezziogiono: "Per paradosso, in

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Candida Morvillo per l'edizione odierna del Corriere del Mezziogiono:

"Per paradosso, in un mondo autenticamente attento alle pari opportunità, dovrebbero essere gli uomini a scagliarsi contro Maurizio Sarri. In fondo, dalla nota frase, si deduce che a essere discriminati sono loro, poiché l’allenatore del Napoli ritiene di poter spedire a quel paese gli uomini, ma non le donne.
A un maschio, avrebbe indirizzato un vaffa senza troppi complimenti, mentre a Titti Improta ha detto che lo risparmiava in quanto «donna e pure carina».
E, tuttavia, non vale scomodare le pari opportunità davanti alla banale villaneria. Uno che – poniamo - dice «non ti picchio perché sei donna» è prima un bruto e residualmente un maschilista. Sarri, nello specifico, è oltre ogni cosa: nel dire che non manda la giornalista a quel paese in quanto donna, ce l’ha mandata eccome, ce l’ha mandata comunque. Ma questo è il «sarrismo» ed è un genere a parte, non riducibile a sessismo, parola di moda e ormai buona per etichettare qualunque gaffe. Il sarrismo è lui in persona che dà del «frocio finocchio» a Roberto Mancini e poi si rammarica perché «ho detto la prima offesa che mi è venuta in mente, gli avrei potuto dire: sei un democristiano».
Il sarrismo è l’idea che neanche lo sfiora che, alla cronista che gli chiede se lo scudetto è compromesso, può rispondere con pari garbo o, al limite con un no comment, non con una battutaccia. I giornalisti presenti alla conferenza stampa hanno riso, in effetti. «Quelle risatine mi hanno profondamente ferita», ha detto Improta. Non tutti ci siamo ancora aggiornati al nuovo alfabeto di ciò che è politicamente corretto e di ciò che non lo è, di ciò che è da ritenersi sessista e cosa no e di cosa poteva far ridere un tempo, ma oggi no. Poi, Sarri si è scusato, lei ha perdonato e per che verso fosse sessista quella battuta poco importa, conta che fosse greve, che fosse forse da bar ma di sicuro non da occasione pubblica. Conta che, se inflazioniamo la parola «sessista», tutto diventa sessista e niente lo è. Per svuotare di senso una battaglia sacrosanta, non c’è nulla di peggio che disperderla in discussioni da bar". 

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