L'editoriale di Zazzaroni: "Baroni ha battuto di volte Conte come se fosse una finale, gli ha imposto i suoi ritmi"
L'editoriale di Zazzaroni al Corriere dello Sport dopo Napoli-Lazio
Napoli - L'editoriale di Zazzaroni al Corriere dello Sport dopo Napoli-Lazio:
"Baroni l’ha preparata come se si trattasse di una finale, la sua prima finale, e l’ha vinta non una, ma due volte. Ha imposto a Conte i suoi tempi, alcune lentezze, specie nelle uscite - tant’è che Provedel è quello che ha toccato più volte il pallone con i piedi - e poi ha sfruttato gli strappi di Isaksen, Zaccagni e Nuno Tavares, mostrando nel complesso una maturità sorprendente.
Il Napoli i ritmi bassi li ha subìti a lungo, adattandosi colpevolmente alla Lazio, che oggi sembra avere tutto per puntare agli obiettivi più alti. Raramente Conte è riuscito a sfondare la linea difensiva, perché i suoi hanno peccato di eccessiva prevedibilità: strepitosa l’attenzione che i laziali hanno messo al momento dei raddoppi su Kvara, Politano e Di Lorenzo.
Servivano un errore individuale e una prodezza per rompere gli equilibri di una partita sporca, e sono arrivati intorno all’80esimo: Olivera ha perso il passo su Isaksen che si è portato il pallone sul sinistro e ha chiuso da campione. La sconfitta del Napoli ha effetti benefici sulla classifica dell’Atalanta, ma anche su quella dell’Inter che però dovrà risolverla - non si sa quando - al Franchi con una Fiorentina quadratissima. Dopo 15 giornate - quattro mesi di campionato - le valutazioni hanno già un buon grado di attendibilità. Confermo i giudizi di metà agosto: l’Inter è sopra tutte per completezza, esperienza, solidità e fiducia nel gioco. E Simone è allenatore di primissima fascia.
Subito dietro, il Milan che però si sta facendo male da solo: Maignan, Leão, Reijnders, Pulisic, Fofana, Morata, Loftus-Cheek, Theo, pur se in evidente crisi, e Musah non hanno riscontri - per numero e qualità - in Serie A. Quando sento dire che se manca Pulisic sono guai mi viene l’orticaria: l’americano è forte, ma il Milan ha una sola, reale dipendenza. Da Leao. Più sotto c’è il Napoli, primo per disponibilità dei giocatori nei confronti di Conte. La squadra, che in estate ha ritoccato l’asse portante - Buongiorno McTominay Lukaku - ha bisogno di almeno due aggiunte di spessore per puntare con più chance al titolo.
A pari merito metto l’Atalanta, in crescita costante e con Gasperini che non conosce riduzioni: è suo il calcio migliore. La Juve è al quinto posto. Fiorentina e Lazio, anch’esse con allenatori alla prima stagione nelle rispettive realtà, stanno però facendo meglio sotto molti punti di vista. È anche vero che sono differenti le aspettative e le pressioni: la Juve è la Juve, un continuo confronto col passato e l’obbligo del risultato, al di là di ogni campagna e promozione. Negli ultimi anni Torino ha bruciato Sarri, Pirlo e per certi versi anche Allegri".