L'ex preparatore azzurro Febbrari: "Tour de force, ecco cosa sarà fondamentale. Ho allenato Hamsik, macchina quasi inesauribile!"

25.02.2017
09:30
Redazione

Come affrontare questo ciclo di ferro? Lo spiega il professor Luigi Febbrari, 65enne ex preparatore atletico di vari club di Serie A tra cui anche di Napoli e Roma, al Corriere dello Sport. Cruciale in primis sarà il sonno: "Sì, è la base della rigenerazione. Ma nel calcio, a volte, è un problema: in tanti dormono poco e male prima dei grandi impegni. Sonno, riposo e alimentazione, c'è ben poco da inventare: a questi livelli i calciatori sono come i bolidi di Formula 1 e la cura personale non può essere trascurata".

Un ciclo di ferro non di 10 giorni ma: "Dal punto di vista del recupero, però, i giorni diventano nove. Uno stress notevole. Sia chiaro, non è possibile generalizzare e ogni atleta fa storia a sé, però parto dall'aspetto più semplice del mondo: il sonno. Le ore di sonno, almeno otto, sono fondamentali per la rigenerazione: la partita è un trauma, distrugge i meccanismi metabolici e biomeccanici e bisogna rigenerarli". 
 

Poi contiua: "Importantissimi sono anche il riposo attivo dopo lo sforzo, magari con l'ausilio della crioterapia, il nuoto e un osteopata, e l'alimentazione. E qui si entra nella competenza medica: si ricorre a integratori, alimenti e interventi di ogni tipo dopo le partite e gli allenamenti, ma sotto questo aspetto il Napoli è molto all'avanguardia". 

A curare la dieta degli azzurri è il dottor Canonico: "Sì, ma è l'intero staff coordinato dal dottor De Nicola a essere eccezionale: sia nella prevenzione e nella cura degli infortuni, sia in questi ambiti". 

Il dottor Febbrari cita due metodi per la gestione del gruppo: "Uno che definirei empirico, basato sul confronto tra tecnico e staff e poi tra loro e i singoli giocatori. Qualcuno ricorre anche allo psicologo. L'altro, invece, lo chiamerei magistrale: test ematici e cardiaci per valutare la fatica. In media, comunque, servono 72 ore per recuperare tra un impegno e l'altro, ma in genere i problemi non arrivano tra il primo e il secondo: nel caso del Napoli, dunque, il momento clou sarà dalla Juve al Real".  
 
Infine sulla rotazione: "Il turnover è un'altra soluzione ovvia e decisiva, certo, ma è impensabile cambiare tutti: e quindi serve il tocco del Picasso. Il colpo di genio che rende il calcio una scienza non esatta: ogni tecnico segue l'istinto e opera scelte, ma senza dubbio è fondamentale avere un rapporto franco e di estrema fiducia con gli staff e i giocatori". 

Gli stakanovisti Callejon, Hamsik e Insigne: "Evidentemente hanno bioritmi straordinari. Marek l'ho allenato ed è una macchina quasi inesauribile. Come Maggio. Nella Roma, ricordo su tutti Nainggolan e Strootman, mentre nell'Atalanta ci sono Kurtic e Freuler".

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