L'ex preparatore azzurro Febbrari: "Tour de force, ecco cosa sarà fondamentale. Ho allenato Hamsik, macchina quasi inesauribile!"
Come affrontare questo ciclo di ferro? Lo spiega il professor Luigi Febbrari, 65enne ex preparatore atletico di vari club di Serie A tra cui anche di Napoli e Roma, al Corriere dello Sport. Cruciale in primis sarà il sonno: "Sì, è la base della rigenerazione. Ma nel calcio, a volte, è un problema: in tanti dormono poco e male prima dei grandi impegni. Sonno, riposo e alimentazione, c'è ben poco da inventare: a questi livelli i calciatori sono come i bolidi di Formula 1 e la cura personale non può essere trascurata".
Un ciclo di ferro non di 10 giorni ma: "Dal punto di vista del recupero, però, i giorni diventano nove. Uno stress notevole. Sia chiaro, non è possibile generalizzare e ogni atleta fa storia a sé, però parto dall'aspetto più semplice del mondo: il sonno. Le ore di sonno, almeno otto, sono fondamentali per la rigenerazione: la partita è un trauma, distrugge i meccanismi metabolici e biomeccanici e bisogna rigenerarli".
Poi contiua: "Importantissimi sono anche il riposo attivo dopo lo sforzo, magari con l'ausilio della crioterapia, il nuoto e un osteopata, e l'alimentazione. E qui si entra nella competenza medica: si ricorre a integratori, alimenti e interventi di ogni tipo dopo le partite e gli allenamenti, ma sotto questo aspetto il Napoli è molto all'avanguardia".
A curare la dieta degli azzurri è il dottor Canonico: "Sì, ma è l'intero staff coordinato dal dottor De Nicola a essere eccezionale: sia nella prevenzione e nella cura degli infortuni, sia in questi ambiti".
Il dottor Febbrari cita due metodi per la gestione del gruppo: "Uno che definirei empirico, basato sul confronto tra tecnico e staff e poi tra loro e i singoli giocatori. Qualcuno ricorre anche allo psicologo. L'altro, invece, lo chiamerei magistrale: test ematici e cardiaci per valutare la fatica. In media, comunque, servono 72 ore per recuperare tra un impegno e l'altro, ma in genere i problemi non arrivano tra il primo e il secondo: nel caso del Napoli, dunque, il momento clou sarà dalla Juve al Real".
Infine sulla rotazione: "Il turnover è un'altra soluzione ovvia e decisiva, certo, ma è impensabile cambiare tutti: e quindi serve il tocco del Picasso. Il colpo di genio che rende il calcio una scienza non esatta: ogni tecnico segue l'istinto e opera scelte, ma senza dubbio è fondamentale avere un rapporto franco e di estrema fiducia con gli staff e i giocatori".
Gli stakanovisti Callejon, Hamsik e Insigne: "Evidentemente hanno bioritmi straordinari. Marek l'ho allenato ed è una macchina quasi inesauribile. Come Maggio. Nella Roma, ricordo su tutti Nainggolan e Strootman, mentre nell'Atalanta ci sono Kurtic e Freuler".