La Russa: "Cori razzisti? Non ho mai capito gli insulti ai napoletani ma non si può chiudere lo stadio agli abbonati"

11.01.2019
20:40
Redazione

Quest'oggi, nel Maracanà di RMC Sport, l'Onorevole Ignazio La Russa ha detto la sua su temi delicati come la sicurezza

Quest'oggi, nel Maracanà di RMC Sport, l'Onorevole Ignazio La Russa ha detto la sua su temi delicati come la sicurezza negli stadi e il razzismo. Queste le sue parole:

Onorevole, è contento della parziale riapertura della curva interista a seguito del caso Koulibaly?
“Non si può decidere impunemente di discutere la posizione degli abbonati, oltretutto di diversi settori. Non è ragionevole chiudere lo stadio a chi ha pagato prevedendo come impegno quello di vedere le partite durante l'anno”.

Continuando così, si da forza a violenti e razzisti...
“Sono d'accordo, non vanno chiusi i settori bensì individuati i responsabili. La tecnologia ci può aiutare in questo, c'è modo di arrivare ai diretti colpevoli dei misfatti. Se qualcuno sgarra va interdetto, la responsabilità oggettiva esiste solo nel calcio. Difficile individuare i cori? Chiaramente se il coro investe tutto un settore, va chiuso il settore stesso. Non ho mai capito gli insulti a Napoli e i napoletani, ma tra questo e l'odio razziale c'è tanto di mezzo. Mi reputo contrario a qualunque tipo di ululato”.

Cori razzisti e sospensione delle gare: è d'accordo su questo?
“La sospensione definitiva della partita non è prevista dal protocollo, che parla soltanto di stop momentaneo. Le regole vanno sempre applicate, questo purtroppo non accade quando non rispondono a un criterio di ragionevolezza: sospendere tutto lo stadio per colpa di un gruppo di imbecilli porta alla mancata comprensione della sanzione stessa e aiuta in un certo senso i colpevoli. Mi affiderei di più al modello inglese, ma in linea di massima sono per il rispetto delle regole”.

Secondo Pecoraro “va dato più potere agli steward”...
“Assolutamente d'accordo. Modello inglese? Si può copiare, manca la voglia di farlo. Nel corso degli anni c'è stata sudditanza di tante società alle curve e al tifo organizzato: spesso e volentieri la presenza dei delinquenti nelle curve è stato foraggiato dalle stesse squadre, che hanno chiuso un occhio su determinate attività e business”.

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