
Lobotka: "Scudetto? Voglio vincere, ma mica è facile! Conte ha cambiato il mio stile, a Lukaku dico sempre una cosa. Odio giocare contro l'Atalanta, sui napoletani..."
Ultime notizie SSC Napoli - Stanislav Lobotka, centrocampista slovacco del Napoli, è il protagonista del nuovo episodio di MySkills su Dazn.
Intervista Lobotka
Intervistato da Valon Behrami, Lobotka ha rilasciato alcune dichiarazioni.
“I miei valori su FIFA? Ok il tiro, è normale ma sono felice per il totale di 82 (ride, ndr). In allenamento il tiro è buono, in partita ci provo quando sono vicino alla porta provo la soluzione migliore e forse a volte mi manca essere come gli attaccanti, più deciso: non passarla e calciare”
Quanto sei cambiato con Conte?
“Penso la mentalità e poi la fase difensiva. Difendevo anche prima, ma adesso lui mi ha mostrato meglio come fare, come cambiare gioco, devo giocare più avanti. Ci sono tante piccole cose, anche quando ricevo la palla, quello che devo fare prima. Prima che lui arrivasse, io lo sapevo che fosse davvero un grande allenatore. L’avevo già sentito da Skriniar, quando lui era all’Inter: i suoi allenamenti sono molto duri! Mi ha dato mote cose, come spingere la mia mentalità e me stesso al livello successivo. Perchè io prima pensavo che un certo tipo di cose non potessi farle, ma quando è arrivato lui, ha spinto me stesso e la mia mentalità ad un altro livello”
C’è qualcosa che ti fa capire che Conte ha la mentalità vincente?
“Sì, dal primo giorno in cui è arrivato, ho sentito che non era un allenatore come gli altri, per la sua personalità. Non aveva ancora detto nulla, era appena entrato nello spogliatoio ma potevi già percepire la sua personalità. E quando ho visto come ci allenavamo, come volessimo giocare, in quel momento mi sono detto “ok è il miglior allenatore che potessimo scegliere”. La prima volta che l’ho visto, come con tutti gli allenatori, quando ti chiamano dici ‘ciao come stai?’ Ed è andato tutto abbastanza bene. Poi dopo la prima volta, alla seconda, quando abbiamo cominciato ad allenarci e abbiamo iniziato a correre, ho iniziato a capire ‘wow sarà dura questa stagione’, come lo è stato il ritiro, ma alla fine dico ‘ok ovunque lui sia andato ha vinto il campionato o altri titoli’. So che è difficile ma mi dico ‘ok è difficile ma lui può portarmi ad un altro livello’. Sia per quello che sto in campo, ma anche fuori dal campo”
Le incursioni palla al piede?
“Questa caratteristica per me è molto importante, perchè sono piccolo e cerco sempre di aiutare la squadra quando vedo lo spazio, mi ci butto perchè posso farlo. Ma adesso è un po’ più difficile perchè dopo 2-3 anni che sono arrivato in Italia, le squadre mi conoscono e mi marcano. Quando sono arrivato era più facile perchè non mi conoscevano, mi lasciavano…’ok puoi giocare’. Io ero felice”
Quanti giocatori meglio di me nel mio ruolo?
“Forse due o tre, ma le persone o gli allenatori preferiscono diversi tipi di giocatore. Alcuni preferiscono un play forte fisicamente, altri un play che crea più gioco. Lo sai, è difficile da dire. Penso di poter essere fra i migliori, forse in una top 5”
Ogni volta che vieni pressato aspetti sempre l’ultimo momento per fare le cose in campo.
“Dipende anche da quanto sia veloce la palla. Se un compagno mi gioca una palla forte e io provo ad aprire, e poi qualcuno mi arriva in pressing davanti, tutti si aspettano che io vada di là. Ma se io mi sposto di là col corpo, nessuno si aspetta che io possa muovermi dall’altra parte. Il giocatore che sta correndo per pressarmi non può avere l’opportunità di stoppare e prendermi la palla. Così io oriente lo stop e gli giro attorno, perchè so che nessuno se lo aspetta”
Hai sempre fatto il play difensivo?
“No, quando ero piccolo ero un’ala! Da piccolo segnavo tanti gol, facevo assist, ma quando ho iniziato ad essere sempre più grande, ho cominciato a spostarmi sempre più al centro per giocare e per toccare il pallone. E così mi hanno trasformato in un centrocampista”
Cosa significa vincere e cosa potete fare per rimanere a questo livello?
“È sempre bello vincere una volta, prima di tutto perchè vuoi vincere sempre. Ma adesso è difficile ripetersi, una seconda volta. È qualcosa che voglio davvero, ma so che è molto difficile. Noi sappiamo che c’è ancora l’Atalanta, c’è ancora l’Inter. Loro giocano molto bene e quello che possiamo fare è solo spingere in ogni allenamento per dare al mister ciò che vuole fare in campo, semplicemente dando il meglio di noi stessi. Voglio davvero vincere, tutti vogliono vincere ma a volte la gente, quando siamo stati primi con 3-4 punti di vantaggio, volava già troppo alto: ‘dai ragazzi, vincete lo scudetto!’. Ma non è così facile come la gente pensa”
Che rapporto hai con il Napoli e la città di Napoli?
“Mi piacciono tanto, club e città. Mi piace il modo di essere della gente di Napoli, perchè sono sempre stato il benvenuto per loro qui. A volte c’è troppa passione, ma certo è il loro modo di essere. Ma mi piace anche questo lato, perchè quando sono felici ti mostrano quanto sono felici. Quando sono tristi, ti mostrano anche quanto sono tristi. Ogni volta che vedo la gente felice, specialmente in questa città, penso sempre al giorno in cui abbiamo vinto lo scudetto. Quanto erano felici, quanto sono impazziti in quel momento. È un qualcosa che a noi dà energia, anche se ogni tanto possiamo sentirci stanchi. Ma quando arriviamo allo stadio e guardiamo là fuori, è qualcosa di meraviglioso”
Un posto della città che ti piace particolarmente?
“Lo stadio! Provo qualche volta ad andare al ristorante, in bellissimi ristoranti, oppure vado in spiaggia, quando c’è bel tempo resto sul mare, mi godo un caffè. Mi piace stare in posti dove non c’è tanta gente”
Una top 3 del cibo a Napoli.
“Ci sono molte cose, ma la migliore penso la mozzarella! Anche con i pomodorini e un pochino d’olio. Poi la pizza come seconda, poi vabbè la pasta, il pesce: è difficile decidere perchè ci sono troppe cose”
Il tuo gioco d’anticipo ti rende rapido sui tackle, è l’aspetto migliore la riaggressione?
“Sì, sono migliorato da quando sono arrivato dalla Spagna perchè lì si gioca un altro tipo di calcio. Loro non sono così bravi sulla tattica, ma lo sono con il pallone. Vogliono giocarlo sempre, e quando sono arrivato in Italia molte cose per me erano nuove. Mi sono trovato davanti a cose che in Spagna non facevamo. Ma qui si ama la tattica. E così anche il campionato è più difficile da affrontare. Se giochi contro l’Inter, o contro il Monza, non senti tanto la differenza. Certo poi c’è la qualità dei giocatori e a volte puoi vederne la differenza. Ma non la percepisci per quanto gli avversari sono tattici, per quanto sono dure le partite e ogni volta tu devi correre, devi lottare perchè loro non ti lasciano spazio”
C’è una squadra che ti fa soffrire?
“L’Atalanta. Odio davvero giocare contro di loro. (Ride, ndr). Sono ovviamente una grande squadra, rispetto tutto, ma con il loro tipo di gioco uomo su uomo, a tutto campo, non mi lasciano un centimetro! È sempre una partita durissima contro di loro, ma anche contro non i top club o le migliori del campionato, ad esempio ti posso dire Venezia o Verona. Cercano sempre di bloccarmi e marcarmi stretto e per me non è facile”
Ora ti dico tre frasi e mi dici chi le ha dette: ‘Mi piace per come costruisce il gioco, non perde mai la palla e vorrei vederlo qui: è un giocatore che fa la differenza’.
“Un allenatore? Non leggo molto i giornali in italiano! È un problema. Spagnolo? Xavi?”
Seconda frase: ‘datemi Lobotka per favore, è un calciatore grandioso e mi fanno impazzire i giocatori così, ti fanno vincere la partita’
“Fabregas (ride, ndr)”
Ti ha fatto piacere quando li hai sentiti dire così?
“Sì, sono due fra i migliori di sempre nel mio ruolo, e quando sono loro a farti certi complimenti, è sempre una bella cosa”
‘Oggi sembrava Iniesta, è cinghialotto nel modo di fare ma prende campo e poi non lo recuperi più’
“Spalletti? L’anno che abbiamo vinto lo scudetto no? Dopo la prima partita penso, a Verona? Ok, mi ricordo bene”
Quanto è cambiato il tuo gioco con la presenza di Lukaku?
“So che è un tipo di giocatore diverso rispetto ad altri, ne parlo spesso con lui durante gli allenamenti, e lo stesso mister vuole che giochiamo questo tipo di palla. So che Romelu è grande, è forte ed è molto difficile portargli via il pallone, così quando io ricevo palla, guardo sempre prima dov’è lui. E gli dico sempre ‘quando la palla sta arrivando a me, devi essere pronto, io posso dartela’.”
Hai avuto il 90% di passaggi completati negli ultimi cinque anni: ti piacciono di più i filtranti corti oppure anche il cambio gioco in lungo?
“Se gli avversari sono troppi chiusi al centro, tendo a giocare la palla lunga. Se invece si aprono, mi piace giocare questo tipo di palla corta. Capisco l’andamento della partita e decido se giocare palle più corte o meno. Bisogna essere calmi in mezzo al campo e prepararsi a tutto, perchè dipende sempre tutto dalla partita. Ma io cerco sempre di mixare le due cose: quando ho giocato 4-5 palloni corti e vedo che c’è una possibilità di giocarne una lunga, io la provo”
Guardi il calcio nel tuo tempo libero?
“Prima guardavo il Brighton quando lo allenava De Zerbi, mi piace tantissimo questo tipo di calcio in cui si gioca tanto il pallone, si tiene il possesso. Guardo poi il Barcellona quando gioca, perchè c’è qualcosa nel loro gioco, lo stile di gioco è un pochino diverso rispetto a quando c’era Xavi. Dipende da quando giochiamo noi, quando arrivo a casa e vedo, non so, il Bologna che gioca contro il Lecce e ho tempo per stare a casa, cerco sempre di guardare la partita. Voglio vedere come sono gli altri giocatori, guardo quelli che giocano nella mia posizione, se posso imparare qualcosa, oppure quando giochiamo contro studio il gioco delle altre squadre. Porto tanta attenzione, perchè quando guardo il Barcellona e tutti questi grandi giocatori, che sono al massimo livello, cerco sempre di pensare ‘perchè non sono a quel livello? Cosa posso fare per portare a un altro step il mio modo giocare?’”
Nel passato guardavi qualcuno con attenzione?
“Da piccolo ovviamente Xavi, Modric o Verratti quando giocava nel PSG. Sono questi i giocatori che mi piacciono nel mio ruolo”
Cosa puoi migliorare fuori dal campo?
“Sicuramente il mio italiano! Ci sto provando, sto migliorando, è vero che quando sono arrivato qui, i primi due anni, non ho imparato nulla. Ma adesso ci sto provando, mi sento più sicuro quando posso parlare in inglese ma l’anno prossimo farò anche interviste in italiano. Questa è l’idea. A volte quando ho bisogno di ricaricarmi e mi sento un po’ a corto di energie cerco di trovare ispirazione da un libro o guardo qualche video motivazionale, o altre volte può essere un film. Perchè in fondo sono una persona normale, non passo solo giornate bellissime, a volte anch’io ho brutte giornate, ma voglio restare sempre positivo e imparare anche da queste cose”
La tua giocata ideale?
“Sto giocando la finale di Champions League, è il 90’, siamo 1-1 e tra poco ci sono i supplementari. Ricevo palla e inizio a correre, gli avversari mi inseguono. Faccio un uno-due con l’attaccante, lui me la scarica e io calcio!”
La sogni già.
“Mi immagino alcune cose sulla prossima partita. Cerco di visualizzarla, di ricreare le situazioni di gioco. Le ricreo, ma spero questo scenario possa avverarsi nella mia vita!”