Maggio: "Non volevo lasciare la Sampdoria, ma a Napoli ho lasciato un pezzo di cuore! Insigne come un fratello minore, sullo scudetto perso a Firenze..."

27.02.2020
17:00
Redazione

Maggio parla del suo passato tra Sampdoria, Napoli e Insigne

Notizie calcio Napoli - Christian Maggio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it: 

“Non volevo andare via da Genova e non mi aspettavo di andare al Sud. Ero in vacanza e lessi della trattativa su un giornale. Chiamai il direttore Marotta che mi confermò tutto. Inizialmente ero titubante. Io e la mia compagna eravamo intimoriti. Napoli è una città unica al mondo. Devi imparare a sentirla, conoscerla. E’ diventata la mia seconda casa. Le prime due persone fondamentali sono state Pierpaolo Marino e Paolo Cannavaro. Hamsik era molto simile a me. Per tanti anni abbiamo condiviso la stessa camera. E’ un amico vero. Insigne? Come un fratello minore. Ama Napoli in modo viscerale. Siamo cresciuti mano nella mano. Più passava il tempo, più cambiava la nostra mentalità. Rafael Benitez è un vero manager. A me piaceva tantissimo. Crede molto nella famiglia e spesso ci lasciava giorni liberi per stare con i nostri cari. E’ lontano dall’idea di calcio che si ha in Italia. Era l’opposto. Un vero maniaco del lavoro. Tutto deve avere un senso e una logica. Era complicato stragli dietro. Ha stravolto il nostro metodo di allenamento e il modo di giocare. Il ricordo più bello in maglia azzurra? La vittoria in Coppa Italia contro la Juventus. Quella sera avremmo vinto contro chiunque. Napoli-Chelsea, ottavo di Champions del 2012? Furono due partite incredibili. All’andata Terry negò la quarta rete. Al ritorno se non mi fossi infortunato sarebbe andata in modo diverso. Semifinale Napoli-Dnipro? Quella competizione avremmo potuto vincerla. Ricordo che nello spogliatoio c’era tantissima delusione. Lo scudetto svanito nella stagione 2017-2018? Per un momento ci siamo sentiti lo scudetto cucito addosso. Fiorentina-Napoli? E’ stato detto che a Firenze successe qualcosa di strano, ma non è così. Fu una giornata storta. Ne accadono tante nel calcio. Quel giorno eravamo spenti. C’era qualcosa che non andava. La squadra non riusciva a rispondere positivamente agli eventi. L'addio? A Napoli ho lasciato il cuore”.

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