Gattuso in conferenza: "La vittoria non cambia niente, valiamo 27 punti:dobbiamo darci legnate nei denti da soli. Quando non arrivano i risultati mi prendete per scemo, dobbiamo arrivare ai 40 punti quanto prima"

26.01.2020
23:20
Redazione

News calcio Napoli, Gennaro Gattuso parla in conferenza stampa dopo la gara con la Juventus

Notizie Calcio Napoli - Allo stadio San Paolo si è giocata la gara di campionato tra Napoli e Juventus. Nel post partita la conferenza stampa di Gennaro Gattuso, L'allenatore del Napoli risponderà alle domande dei giornalisti dopo la partita interna contro la Juventus.

Conferenza stampa Gattuso Napoli-Juventus

"La vittoria non cambia niente. Valiamo 27 punti e basta: oggi dobbiamo darci legnate nei denti e bastonate da soli. Ho sbagliato tante cose e ora dobbiamo solo lavorare e affrontare le gare con umiltà. Questa è una squadra che se riesce a soffrire e tenere bene il campo, allora vengono fuori grandi gare. Mi è piaciuta tutta la squadra, lo stadio e tutto. Da Meret passando per tutti gli altri. Loro hanno avuto 2 palle gol: siamo stati bravi in fase di possesso e non possesso".

"Il secondo tempo i loro centrali portavano palla e ci venivano in bocca, non riuscivano a trovare la profondità. Portavano palla e la linea di difesa è stata, poi, più alta".

"Insigne? Bene non solo lui, ma i frutti si vedono visto che per tanti giorni ci stiamo allenando bene. Quando non arrivano i risultati mi prendete per scemo, ma stiamo lavorando. Facciamo lavoro a secco, lo abbiamo fatto in questi 45-50 giorni. L'abbiamo giocata su due fasi e per questo l'abbiamo vinta. Grande rispetto per loro quando non avevamo palla. Grande Demme fino a quando è stato in campo. Poi ho visto un grande palleggio. Quando si palleggia non lo si fa per divertimento ma per andare a giocare in superiorità".

"Concetti semplici, bisogna lavorare e riuscire ad essere organizzati e lavorare di reparto. E' un calcio diverso da quello di Ancelotti: giochiamo di reparto, senza dare campo aperto agli avversari. Era quello che volevo vedere. Non mi sono dimenticato di sette giorni fa, è una cicatrice e ci vuole tempo. Quella è stata una mazzata e non ho visto il fuoco. Un allenatore può aspettarsi di sbagliare la partita ma una squadra di Gattuso non può sbagliare caratterialmente. Ho dato 2 giorni, torniamo mercoledì ad allenarci. Si gioca lunedì e vogliamo migliorare ancora".

"Emozioni? Lo faccio con poco, sono orgoglioso di essere uomo del sud: per me allenare qui è motivo di orgoglio. Rompevo a papà le scatole per vedere Maradona: è emozionante e voglio entrare nel cuore dei miei giocatori. A fine maggio vedremo cosa avrò fatto. Giusto massacrarmi, non ho cominciato bene. Voglio lavorare, nessuno mi ha regalato mai niente. So di essere bravo, ma non sono presuntuoso. Spero di scrivere pagine belle per questa città e squadra".

"La condizione fisica a ritmi alti può calare. Non è come si corre ma come si tiene il campo a fare la differenza. Come si annusa, possiamo sbagliare ma c'è chi ci mette una pezza. Lavoriamo tanto sul palleggio. Costruiamo con i due centrali. Di Meret eravate preoccupati, l'errore ci sta ma questa è una squadra che se sta bene di testa sa cosa fare".

"Infortunati? Maksimovic è recuperato, poteva fare qualche minuto già oggi se ce ne fosse stato bisogno. Koulibaly e Mertens si stanno allenando e speriamo di averli alla ripresa mercoledì".

"Sampdoria, Lecce e Brescia? Dopo queste tre gare vi dico se siamo guariti. Solo così possiamo dire che campionato possiamo fare".

"Zielinski e Fabian hanno corso tanto, ma Demme regala ordine. Se non pizzichi davanti soffri, è stato bravo ad intercettare palle filtranti. Fabian e Zielinski sono giocatori forti, ma serve un contesto che funziona. Oggi date i meriti a me, ma la squadra è forte e per questo abbiamo vinto. I nostri giocatori sono forti, forti forti: dobbiamo giocare un calcio corale".

"Paura dopo il gol? L'ho avuta anche io, abbiamo preso un gol da polli. La paura c'è: abbiamo un obiettivo, dobbiamo arrivare ai 40 punti quanto prima".

Gattuso

Fonte : dal nostro inviato, Ciro Novellino
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