Palermo, De Zerbi: "Contro il Napoli senza paura: con la fame giusta ma con umiltà. Stimo Sarri, un punto di riferimento ma ho le mie idee. Champions? Non inciderà, sono abituati"

09.09.2016
15:05
Redazione

Intervenuto in conferenza stampa, alla vigilia della sfida al Napoli che si terrà domani sera nella cornice dello Stadio Renzo Barbera, il tecnico del Palermo Roberto De Zerbi ha presentato il match:

"L’emozione aumenta col passare dei giorni? Sono un passionale e vivo tutto al cento per cento. L’emozione la sento, ma non posso dare spazio a questo, non posso pensare ad altro che non siano questioni di campo. Domani, soprattutto domani, conterà l’aspetto mentale. Perché sulla carta siamo inferiori, però la carta non sempre rispecchia i valori che si vedono sul campo. Se una squadra scende in campo con l’occhio giusto, la fame giusta, la voglia giusta di smarcarsi e ricevere palla senza paura, in cui gli undici si aiutano a vicenda allora si può ottenere qualcosa. Non penso che la gara di Champions League del Napoli possa incidere sulla loro prestazione, sono abituati a giocare ogni tre giorni. Tutte le gare in Serie A sono difficili, forse il club partenopeo adesso è la squadra piu organizzata. Serve impegno mentale. Deve essere la squadra a trascinare i tifosi. Voglio una squadra di carattere e sacrificio.

“E’ stata una settimana particolare perché solo ieri abbiamo fatto doppio allenamento e mancavano soltanto Posavec e Gonzalez. Senza fare grandi stravolgimenti abbiamo finito la settimana cercando domani di fare una buona partita in campo e cercando di dare subito l’idea di avere organizzazione e una buona occupazione del campo. Sappiamo chi andiamo ad affrontare, ci metteremo umiltà. Col coraggio giusto cercheremo di andare oltre, ma al momento bisogna anche essere intelligenti. Non ci si può buttare dal sesto piano di testa per dimostrare il coraggio, sarebbe poco intelligente.

Io simile a Sarri? Io posso dire che è uno dei punti di riferimenti che ho come allenatore. E’ un motivo di orgoglio per tutti gli allenatori italiani perché porta le sue idee di fare qualcosa di diverso e lo ha realizzato e per questo lo stimoA me non piace copiare, ma non perché mi senta superiore, assolutamente, non ho neanche cominciato. Ma voglio una cosa autentica mia, sia tattica che gestionale“.

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