Ospedale Pascale, il Dott. Normanno: "Nuova variante Covid? Non so se c'entra Osimhen", CorSera: intanto l'ASL visita Castel Volturno: identikit e date corrispondono

18.02.2021
08:20
Redazione

Ultimissime calcio Napoli - Caso Osimhen, nella giornata di ieri sono subito fioccate dure smentite sull'ipotesi paventata che fosse lui l'uomo rientrato dall'Africa e che avrebbe portato a Napoli una nuova variante Covid-19. L’Istituto Pascale non fa tamponi, non cerca positivi ma per l'altissima specializzazione oncologica, fornisce un supporto nella procedura per individuare nuove varianti del virus tramite il sequenziamento.

A parlarne, è Nicola Normanno, responsabile della Struttura complessa di biologia cellulare e bioterapie dell’Istituto, all'edizione odierna del Corriere della Sera. È stato lui, con la sua équipe, a individuare la variante B.1.525, che mai era comparsa in Italia e che finora è rarissima in tutto il mondo, con un centinaio di casi tra Gran Bretagna, Danimarca, Stati Uniti ma soprattutto in Nigeria:

«Da tempo lavoriamo in collaborazione con l’Università Federico II, e i risultati raggiunti sono stati davvero importanti. È ovvio che in questa fase ci si occupi del virus che ha provocato la pandemia»

Che cosa dobbiamo aspettarci dall’arrivo in Italia di questa variante?

«In realtà se ne sa ancora troppo poco per poter fare previsioni concrete. In certi casi i vaccini che abbiamo a disposizione non dovrebbero in alcun modo perdere di efficacia, in altri casi forse ci sarà da intervenire. Ma ricordiamoci che questo non significa che dobbiamo essere pessimisti. Anche per combattere il virus dell’influenza ogni anno sono necessari degli adeguamenti. Comunque in questo caso specifico c’è ancora da studiare».

Lei tiene a precisare di non essere un virologo. Eppure una scoperta così importante l’ha fatta lei con i suoi collaboratori.

«Sì, noi ci occupiamo di ricerca sul cancro, e proprio attraverso questo lavoro abbiamo acquisito ottime capacità di sequenziamento».

Che ora avete messo al servizio degli studi sul coronavirus.

«Grazie a un bando della Regione, e insieme con il professor Giuseppe Portella della Federico II, abbiamo potuto sviluppare un lavoro di analisi specifica per le mutazioni del Covid-19. Così siamo arrivati a questa scoperta».

Una scoperta di alto valore scientifico ma anche con un retroscena che rischia addirittura di distogliere l’attenzione proprio dall’importanza che il lavoro fatto al Pascale può avere nella lotta contro il Covid-19: è stato davvero il centravanti del Napoli Osimhen a portare la variante in Italia? Inutile chiederlo al dottor Normanno:

«Io non lo so, a noi sono arrivati campioni anonimi, come sempre, del resto».

Per quello che ne sa lui, però, il soggetto contagiato dal virus «era asintomatico e ora è guarito completamente». E riesce a rimanere quasi impassibile se gli si chiede se quel soggetto è guarito così bene da poter anche fare sport, magari calcio, magari ad alti livelli.

Ma l'edizione del Corriere della Sera aggiunge:

Quello che però è certo è che l’altra sera la Regione Campania, nell’annunciare la scoperta della rara variante, ha voluto precisare che a portarla a Napoli è stato «un professionista proveniente dalla Nigeria», e che proprio oggi al quartier generale del Napoli a Castel Volturno c’è stata la visita dell’Asl Napoli 1.

Ed è altrettanto certo che l’indagine svolta al Pascale non è stata fatta a caso e soprattutto non è una cosa iniziata pochi giorni fa. L’Università ha chiesto all’équipe di Normanno di sequenziare quel campione proprio perché si sapeva con certezza che quel «professionista» si era contagiato in Nigeria, e il contagio era stato accertato già agli inizi di gennaio. La notizia della positività di Osimhen è del 1 gennaio 2021. Il giocatore tornò a casa per la convalescenza dopo un infortunio a un braccio. All’arrivo in Africa era negativo, al ritorno in Italia aveva il Covid.

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