
Report, Autieri: "Le parole di Pitts dimostrano che l’Inter era vicina al fallimento. Infiltrazioni mafiose? Un’occasione persa per fare pulizia"
Ultime calcio - Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il giornalista di “Report” Daniele Autieri. Di seguito le sue parole:
Autieri sull'Inter e le infiltrazioni mafiose
«Il servizio di Report che è andato in onda ieri riguardava la finanza, in cui abbiamo dato seguito al servizio andato in onda il 7 febbraio e abbiamo approfondito il discorso sui conti dell’Inter a valle dell’escussione del debito da parte di Oaktree e del fallimento delle controllate della famiglia Zhang.
La vera novità dell’aggiornamento di ieri è l’intervento di Tom Pitts, ex membro del consiglio di amministrazione dell’Inter e numero due di Lion Rock, il fondo di Hong Kong che per circa due anni ha detenuto il 31% della proprietà dell’Inter.
Tom Pitts ci ha detto nel mese di febbraio che l’Inter era sull’orlo del fallimento a dispetto di tutte le critiche che abbiamo ricevuto dopo quella puntata. Inoltre, Pitts ci ha spiegato anche che tipo di contratto Lion Rock ha siglato con la famiglia Zhang e che loro sono usciti già dal 2021 dall’azionariato dell’Inter.
I fondi investono prevedendo delle parcelle e delle clausole annuali di guadagno elevato. Nel caso di Lion Rock parliamo del 12% di guadagno sull’investimento iniziale ogni anno e nell’accordo era presente una clausola che permetteva allo stesso fondo nel caso in cui questa percentuale non fosse stata pagata di andare in Lussemburgo dove è stato firmato il contratto e acquisire il 100% della proprietà dell’Inter.
Questo è quello che è accaduto nel maggio 2024 con Oaktree. La famiglia Zhang non aveva tutti i soldi necessari per pagare Oaktree e così il fondo americano ha acquisito la proprietà dell’Inter.
C’è un’altra novità che è emersa dalla puntata di ieri. Quando nel 2021 è subentrato il fondo di Oaktree, la prima cosa che è stata effettuata una volta trovati i soldi è stata quella di liquidare la posizione di Lion Rock. Questa Informazione non è stata comunicata come è previsto dalla legge.
L’elemento curioso è che il giorno dopo in cui è andato in onda il servizio di febbraio, il Procuratore Federale Chiné ci ha scritto una lettera dicendo di aver visto il servizio e di rivelargli l'identità della nostra fonte in modo che lui potesse approfondire. Noi gli abbiamo risposto che non possiamo rivelare la nostra fonte ma che lui, essendo un magistrato e il Presidente della Procura Federale, può approfondire laddove lo ritenga utile.
Indipendentemente dalle persone coinvolte nell’indagine, si poteva comunque indagare più a fondo sulla faccenda. Nell’intervista che ci ha rilasciato, il Procuratore Chiné ci ha detto che loro hanno fatto diverse segnalazioni scritte ma allo stesso tempo non possono toccare niente, né stampare documenti o inviare mail all’esterno poiché è tutto blindato all’interno della covisoc.
Segnalazioni scomparse? Non credo, forse non c’è stato l’interesse di andare in fondo nella questione e cercarla veramente. Il tema centrale della puntata ieri, al di là di tutte le faccende finanziarie, è la risposta della Procura Federale.
L’anno del doping finanziario dell’Inter è quello in cui il debito dei nerazzurri ha raggiunto la cifra più elevata mai raggiunta di 800 milioni di euro, quindi è stato anche l’anno peggiore dal punto di vista dell’indebitamento dell’Inter.
Loro hanno ribadito che a causa dell’emergenza covid e del fatto che non c’erano le entrate provenienti dalla vendita dei biglietti allo stadio, il debito si è accumulato. È un gioco strategico, poiché noi abbiamo fatto delle analisi e abbiamo visto che le entrate provenienti dai ricavi dello stadio contano in maniera residuale rispetto ai guadagni complessivi dei club.
La famiglia Zhang rientra in quella nomenclatura imprenditoriale molto vicina al partito comunista cinese e al governo cinese. Hanno accumulato le loro ricchezze sostenute dai membri del governo cinese e hanno investito nel calcio nel momento in cui era considerato dalla Cina un’arma geopolitica interessante. Hanno investito all’estero e sui giocatori stranieri, facendo un'operazione in stile arabo.
Dopo di che, hanno capito che il calcio è un pozzo di sangue per chiunque voglia investire e hanno fatto marcia indietro, essendo molto oculati nelle loro posizioni. Il 7 febbraio la famiglia Zhang ha dichiarato bancarotta. Quindi c’è stato un momento politico in cui in Cina è stato visto di buon occhio l’imprenditore che investiva nel calcio europeo ma poi questo atteggiamento è mutato.
Non è tanto una questione di iscrizione al campionato, poiché i club sanno come mettere in equilibrio i conti nella stesura dei bilanci per rispettare alcuni indici su cui si basa l’iscrizione. Il discorso è più di equa competizione poiché se ci sono squadre come Atalanta e Napoli che lavorano per tenere in equilibrio i propri conti contenendo le spese quindi riducendo gli acquisti, se si fa l’opposto non c’è più l’equilibrio nella competizione poiché non tutti giocano con le stesse carte.
Purtroppo se devi competere nelle grandi competizioni europee, molti club fanno il passo più lungo della gamba ma in questo modo nel calcio italiano questa competizione viene falsata.
Infiltrazioni criminali nelle curve? Ormai è una prassi dappertutto, non solo a Milano dove ha raggiunto livelli di guardia. A Milano si poteva dare un grande segnale e non è stato dato. Per me è stato un grave colpo di spugna che deriva da un problema culturale, non solo criminale.
Ogni volta la Procura Federale giustifica il fatto con il patteggiamento. A Milano c’era un clan armato che aveva commesso omicidi, gambizzazioni, che gestiva il traffico internazionale di stupefacenti, controllava il territorio e aveva in mano lo stadio di Milano. Forse, le norme vanno inasprite poiché è sotto gli occhi di tutti che le condizioni sono cambiate».