
Rezza, Istituto Superiore di Sanità: "Ora serve molta cautela: un'altra chiusura sarebbe un disastro"
News coronavirus, Rezza parla della ripresa graduale della vita di tutti i giorni
Ultime Coronavirus - «È troppo presto per dire com'è andata», avverte Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità: in coincidenza con l'avvio della Fase 2. Ha parlato a Il Mattino e queste sono le sue dichiarazioni:
Come interpretare gli ultimi dati?
«Il numero dei decessi cala gradualmente, ancora di poco: è l'ultimo indicatore a scendere. Le vittime in genere sono state contagiate diverse settimane fa. Ma il numero di casi è in diminuzione, anche se è chiaro che il virus continuerà a circolare».
L'emergenza non può dirsi superata.
«Per evitare un secondo lockdown, che sarebbe un disastro per il Paese, dobbiamo mantenere comportamenti responsabili e agire tempestivamente per contenere eventuali nuovi i focolai sul territorio, come ha fatto la Campania nei Comuni irpini e salernitani dichiarati zona rossa».
Molto dipende dai nostri comportamenti.
«E dalla capacità di accorgersi se qualcosa cambia in termini epidemiologici, se i casi aumentano, per intervenire con rapidità. Convivere con il virus significa anche continuare a combatterlo».
Ecco, perché è preoccupato: teme innanzitutto che i cittadini possano abbassare la guardia?
«Se da una parte c'è bisogno di riaprire il Paese, dall'altra va ribadito che il virus sta ancora circolando: i cittadini devono essere responsabili e le istituzioni essere pronte a intervenire a livello territoriale. Dobbiamo essere bravi».
Quando sarà possibile tracciare un bilancio?
«Tra almeno due settimane, forse anche di più, proprio perché le riaperture sono graduali».
E poi?
«E poi, perché gli insegnamenti assimilati non è detto che possano variare nel corso del tempo: a incidere è anche una minore percezione del rischio».

Rezza