Sarri, il padre: "Spostava in 'campo' le figurine con i nomi dei politici. Napoli? Da luglio l'ho visto mezza giornata"

14.11.2016
15:55
Redazione

Amerigo Sarri, padre di Maurizio Sarri, parla dalla 43° edizione del Giglio d'Oro, in 'rappresentanza' del figlio e tecnico del Napoli. Svelando, ai microfoni di Tuttomercatoweb Radio, interessanti retroscena sulle passioni dell'allenatore: "Il ciclismo è lo sport di famiglia, lui lo ha sempre avuto nel sangue e ha corso anche da Esordiente. Però, più che da ciclista, più che da giocatore, ha sempre avuto il pallino da allenatore. Spostava in 'campo' le figurine, però non avevano i nomi dei giocatori ma dei politici. Bucciarelli Ducci, Presidente della Camera, era un portiere!"

Sarri sr, racconta i sacrifici e la carriera del figlio Maurizio, impiegato in banca in Italia e all'estero: "A Monte San Savino portò il club in C, doveva fare una scelta: o la panchina o la banca e scelse il cuore. Quando allenava allo Stia, la sua prima squadra, lavorava a Firenze: la sera prendeva la macchina per il Casentino, con tanto di salite. Tornava a casa tra le due e le tre, faceva le salite con la neve... E' stato uno scalatore, anche di classifiche. Il suo record da Terza Categoria a Serie A resterà imbattuto. Il Napoli? Scelte sue, ci mancherebbe. Da luglio l'ho visto mezza giornata, a casa lo vedo pochissimo. Lui è nato a Napoli perché lavoravo là, poi ha cominciato a parlare bergamasco quando mi trasferirono. Lui mi chiamava 'papà', io gli dicevo 'no, si dice babbo'. Alla fine era 'bapà'".

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