Spalletti: "Per sempre grato ad ADL, ma due cose mi hanno ferito. Una è stata il mancato pullman scoperto..."

12.05.2025
07:20
Redazione

Intervista a Spalletti che torna a parlare di Napoli

Ultimissime Calcio Napoli - Torna a parlare Luciano Spalletti. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex allenatore del Napoli nonché attuale Ct della nazionale italiana si è pronunciato di nuovo sulla sua esperienza partenopea e in particolare con il rapporto con Aurelio De Laurentiis. Vi proponiamo alcuni passaggi.

Intervista a Spalletti: il Ct torna a parlare di Napoli e De Laurentiis 

Fermiamoci su Napoli, forse il momento più bello della tua carriera. Almeno fin qui...

«Ho girato moltissime società, moltissime città, ma non ho mai visto, in molti anni, un popolo che sappia essere così felice e così malinconico come quello napoletano. Io per questo sarò sempre grato al presidente De Laurentiis per avermi fatto fare quella esperienza. Poi è finita male e mi dispiace. Ho sofferto perché dopo lo scudetto il presidente non ha telefonato a nessuno di noi, non ci ha fatto gioire su un pullman scoperto insieme a quel meraviglioso popolo. Io amo Napoli e il Napoli. E ora spero che la città possa essere ancora molte volte felice. L’altra sera in Champions League ho visto l’Inter che è totalmente all’altezza delle più grandi squadre d’Europa. I nerazzurri, guidati dalla sapienza tattica di Simone Inzaghi, hanno raggiunto per due volte la finale di questo prestigioso torneo».

A Napoli all’inizio ti rubarono la Panda per invitarti ad andare via poi ti hanno amato alla follia... Amore che dura nel tempo...

«La passione che le persone mettono per la propria squadra spesso deborda, si fa emotiva, risente, come in fondo è giusto, dei risultati, assapora più la bellezza di una vittoria oggi piuttosto che di un progetto per il domani. Ma forse è giusto così. Quando vedo le curve piene, le bandiere che sventolano, i ragazzi che coltivano una passione pura e non contaminata da altro, penso che quel potenziale potrebbe essere indirizzato anche per altri fini, per esempio di tipo sociale. E poi vorrei che alle centinaia di migliaia di sportivi che vanno negli stadi fosse data la possibilità di vedere le partite in strutture moderne, civili. E penso che se cadessero i vincoli burocratici questi investimenti potrebbero generare lavoro e ricchezza diffusa».

Lo scudetto è stato il giorno più bello della tua vita professionale?

«In quei giorni ho provato la terribile felicità che si sente quando si regala felicità ad altri, qualcosa che ti fa vibrare in sintonia con persone che non conosci. Ma l’altro momento più bello sarà quando smetterò e non sentirò più sulle spalle questo peso, un peso scelto, ma che spesso mi toglie il fiato».

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