"Spero che tu possa morire nel golfo di Napoli". L'avarizia di Platini e lo show di Diego, Galeazzi racconta i suoi Juve-Napoli

13.02.2016
08:20
Redazione

Giampiero Galeazzi, storico giornalista della Rai, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport i suoi Juve-Napoli con Maradona e Platini. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24.

Galeazzi, lei scrive che Platini all’inizio le stava antipatico.

“Con me faceva il francese altezzoso, da juventino pensava che fossi romanista, ma io ero e sono laziale. Era l’ultimo a uscire dagli spogliatoi e per l’intervista mi obbligava ad aspettarlo a lungo. All’epoca per noi il tempo era vitale, il servizio dovevamo correre a montarlo nella più vicina sede Rai: in quelle attese mi giravano a mille…”

Ora siete amici.

“Nel 1988 seguimmo assieme l’Europeo per la Rai. Michel, come opinionista, prendeva mezzo miliardo di lire, mi pare, cifra enorme per l’epoca. Giocavamo a tennis tutti i pomeriggi e mi sfondava sul piano fisico. Scoppiò la simpatia. Michel era ed è un po’ tirato, non pagava neppure le palline, e mi portava a mangiare ai buffet dell’Uefa, gratis. Il giorno del suo 33° compleanno, in quel giugno del 1988, mi invitò a cena assieme ad altre persone in un ristorante italiano di Stoccarda. Pagò lo champagne, per il resto facemmo alla romana (a ciascuno la sua quota, ndr). Michel mi ha raccontato che da giocatore Boniperti gli proibiva di accettare soldi per gli inviti alle feste dei club dei tifosi, così lui si faceva “pagare” in vini: deve avere una cantina eccezionale”.

Maradona?

“Diego era ed è un uomo di spettacolo, un personaggio universale. Il pomeriggio della festa del primo scudetto mi rubò il microfono e cominciò a intervistare i compagni. Io ebbi la freddezza di defilarmi e lasciargli il mio ruolo. Vennero fuori 16 minuti storici, che ancora impazzano su internet. Tito Stagno, allora responsabile della Domenica Sportiva, mi disse che avevo a disposizione un servizio da 7-8 minuti. Ne confezionai uno da 16. Tito era furioso: “Spero che tu possa morire nel golfo di Napoli”, urlava al telefono, ma il servizio non lo tagliò, per cui…”

La sera tutti a cena.

“Da Ciro a Mergellina, un classico. Lì Diego aveva una sala riservata. Quando andava in onda il mio pezzo alla Ds, lui correva al mio tavolo: “Galeazzi, ma che c.... hai detto?”, urlava ridendo. Altro calcio, altri rapporti. Era tutto più umano, meno surgelato”.

 

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