Ulivieri: "Con Sarri è tornato un calcio che mancava da anni, eppure piccoli uomini dicono..."
Renzo Ulivieri, presidente dell'associazione allenatori ed ex tecnico del Napoli, attraverso Calciomercato.com scrive sugli allenatori in difficoltà in questo avvio di campionato:
Per chi suona la campana? Per Sarri? O per Allegri? O per Pioli? Per Allegri no e nemmeno per Pioli, perché Juventus e Lazio sono società che sanno gestire i momenti difficili del campionato. Per Sarri forse, perché, come spiegava un commentatore, il San Paolo non è il Castellani e Higuain non è Maccarone. Quindi Sarri, ex impiegato di banca con un lungo tirocinio alle spalle, educato da apparire dimesso, a detta di qualcuno piccolo uomo, non potrebbe allenare il Napoli.
Non conta se il Napoli per un'ora ha fatto vedere calcio come da anni non si vedeva, calcio vero, secondo le idee di questo allenatore che comincia a intravedere sul campo i frutti del suo lavoro. Ma giudicare un allenatore che comincia ad intravedere è operazione complicata e non da tutti; e riesce difficile specialmente a coloro che ci raccontano che il San Paolo non è il Castellani, non sapendo nemmeno chi era Castellani. Non che il Napoli non abbia problemi, anzi li ha in un settore determinante del calcio di oggi: nella difesa e specialmente nei difensori centrali. Per essere grande squadra occorrono grandi difensori centrali, perché dalla qualità di questi giocatori dipende l'atteggiamento della squadra: il Napoli ha buoni difensori centrali, non grandissimi, che possono migliorare con il lavoro di Sarri, ma che difficilmente potranno diventare giocatori all'altezza di squadre di alto livello.
La Juve ultima a zero punti: ci sta, però domenica scorsa tanto gioco e tante occasioni, ieri con la Roma solo gli ultimi dieci minuti, ma tanta roba.
Nel primo tempo contro il Toro la Fiorentina ha palleggiato molto, ricordando il calcio di Montella; ed è andata in vantaggio. Situazione tattica difficilissima per il Torino, che è abituato a tenere palla anche con la difesa per far salire gli avversari e attaccare poi in spazi ampi.
Facile per la Fiorentina che avrebbe potuto costringere il Toro a giocare contro natura. I viola non lo hanno fatto, hanno forzato gioco e nel secondo tempo hanno pagato. Comunque la scelta iniziale di Paulo Sousa era giusta. Il calcio moderno è questo: squadre che di partita in partita riescono a cambiare pelle. La Fiorentina ci sta provando.