Zeman: "Il calcio è ancora malato, bisogna vedere se è possibile aggiustarlo"

05.12.2022
23:20
Redazione

"I mondiali? Li sto vedendo, sono in Qatar perché la Fifa prende 7 miliardi e mezzo. Io per i soldi non li avrei fatti in Qatar. Nel calcio di oggi ci sono troppi soldi e troppe promesse, perché non tutti arrivano a rispettare quello che hanno promesso". Queste alcune delle dichiarazioni di Zdenek Zeman ospite di Nicola Porro a “Quarta Repubblica” – che andranno in onda questa sera in prima serata su Retequattro – in merito allo scandalo che ha colpito la Juventus.

Sullo scandalo che vede coinvolta la squadra bianconera, l’ex allenatore dichiara "Penso che la Juventus sia la squadra più rappresentativa nel calcio italiano e nel mondo e quindi quando succede qualcosa con la Juventus si allargano le cose. Penso che il calcio rimane ancora malato e bisogna vedere se si riesce ad aggiustare. Io penso che non è solo la Juventus che ha usato certe cose. Però, dipende dalle procure e la procura di Torino è la più attiva di tutti".

E aggiunge: "Ero tifoso Juventino, finché non ho incontrato la Juventus perché poi per forza non potevo tifare se ci giocava la squadra che allenavo".

 

Sugli scandali legati al doping, Zdenek Zeman afferma: "Si spera che siano finiti, anche se non ci si crede visto che WADA ha dichiarato che l’Italia è il Paese con l’uso del doping più alto, in percentuale. Personalmente non ho mai avuto il sospetto che qualcuno dei mie giocatori ne facesse uso, anche se so che un giocatore andava da uno che era riconosciuto".

 

Sullo sport in generale, Zdenek Zeman dichiara: "Chi fa sport vuole migliorare, fare progressi. È vero che facevo allenare i ragazzi facendoli salire sugli spalti, ma l’ha fatto anche Vittori con Mennea e Mennea qualcosa ha vinto".

 

Sul rapporto tra allenatore e calciatore dice: "Su questo dicevano che son matto perché li controllavo. Non personalmente, ma mandavo i miei amici. Ogni tanto sbagliavano, ma una volta ogni tanto va bene per tutti". E su Francesco Totti asserisce: "Totti seguiva. Anche sull’alimentazione non ha mai esagerato. Non so se lo faceva perché c’ero io, ma mangiava come un atleta vero". E sul possibile abbattimento dello stadio di San Siro, risponde: "A me piace tanto. Di abbatterlo non vedo la necessità".

 

Sulle differenze tra il calcio di oggi e quello del passato, Zdenek Zeman spiega: "A me piace il calcio sul campo: io guardo solo il campo, i soldi non contano niente. Bisogna guardare il campo, i problemi intorno al campo se li devono risolvere loro: se c’è un sistema giusto va tutto bene, sennò va tutto male. Penso che la mia generazione era superiore tecnicamente, a quel tempo i ragazzi potevano imparare e giocare, finivamo la scuola e andavamo in piazzetta a giocare. Oggi solo con la scuola calcio si sta un’ora, mezz’ora si parla e mezz’ora si fanno i birilli e non imparano quello che si imparava sulla strada tecnicamente. Ho visto tanti ragazzi che si sono anche laureati, non tutti sono scemi come si dice".

 

Se tutti possono fare gli allenatori, Zdenek Zeman chiosa: "Non credo che si nasca allenatori, si diventa. Magari quelli che hanno giocato e hanno smesso. Ognuno è diverso, ho cercato sempre di trattare tutti come miei figli, so che è sbagliato, loro non sempre lo hanno capito. Non c’è un giocatore che mi ha fatto impazzire, mi potevano far arrabbiare".

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