
Ziliani contro Gazzetta: "Incolpa Motta e non Giuntoli per gli acquisti sbagliati, i misteri del calcio"
Ziliani contro Gazzetta, c'entra la Juve
Notizie Calcio - Paolo Ziliani critica i quotidiani contro Thiago Motta e che non menzionano Giuntoli per i disastri della Juve:
Ziliani attacca la Gazzetta, c'entra la Juve
"I misteri del calcio italiano: la Gazzetta che sbatte Motta in prima pagina e gli addossa colpe (acquisti di Koop, Douglas e Nico, caso Vlahovic ecc.) che sono invece di Giuntoli Mentre l'allenatore viene crocifisso e gettato in pasto alla folla, il direttore generale che ne ha combinate più di Bertoldo (e qui ve ne racconto un po') viene bellamente dimenticato.
Intanto in Champions l'Inter approda ai quarti senza soffrire e ad Anfield va in scena la grande notte del PSG baby di Luis Enrique e di un fenomenale Gigio Donarumma Non so voi, ma io leggendo la prima pagina della Gazzetta di ieri dedicata ai guai di casa Juventus (la vedete sotto) sono rimasto - come dire - un po’ perplesso. Sotto un occhiello che in modo incontestabile diceva: “Juve fuori da tutto, tecnico in bilico”, e sotto un titolone che urlava: “Motta, quanto hai perso”, nel sottotitolo, a motivazione di tutto ciò, si leggeva: “Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico: flop da 134 milioni. Il caso Vlahovic. E il quarto posto non può bastare”. E anche qui: niente da dire.
Solo che non capivo perchè, invece della foto di Thiago Motta, la Gazzetta non avesse pubblicato il faccione di Cristiano Giuntoli. L’uomo che concretamente ha trattato e concluso i contratti di Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez; l’uomo che è alla Juve da due anni e non è stato in grado di evitare che dopo Chiesa diventasse un caso anche Vlahovic, un mega investimento del club oggi completamente bruciato; l’uomo cui Elkann aveva consegnato, assieme alle chiavi del club, le tavole dei Dieci Comandamenti il primo dei quali recita: “Non avrai altro piazzamento all’infuori dei primi 4 posti”.
Domanda: siamo sicuri che i capi d’accusa che la Gazzetta ha imputato a Motta non andassero invece imputati al direttore generale Giuntoli? Premesso che un minimo di corresponsabilità tra i due sicuramente esiste (la sdolcinata narrazione dell’estate scorsa ci raccontava di un meraviglioso idillio tra dirigente e tecnico, praticamente due cuori e una capanna, tipo Ferragni & Fedez), è fuor di dubbio, come John Elkann fece sapere in un comunicato ufficiale emesso al tramonto dell’era Allegri/Agnelli - che all’ex direttore generale del Napoli era stata affidata in toto la guida del Nuovo Corso Juventus: e che lui, Giuntoli, almeno in campo sportivo avrebbe avuto l’ultima parola su tutto.
E dunque, ricapitolando. Al fixing di oggi, mercoledì 12 marzo 2025, un primo fatto incontestabile è che la Juventus, quindi Giuntoli, ha completamente fallito i tre più importanti e costosi acquisti che avrebbero dovuto rendere la squadra competitiva ai massimi livelli facendole fare il salto di qualità da tutti atteso dopo i tre anni di vacche magre firmati Allegri. Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez sono stati, anzi sono, tre fallimenti: ma non si capisce perchè a rendere conto di questo immane flop venga chiamato oggi l’allenatore Motta e non il dirigente Giuntoli.
Che come minimo ha la colpa di avere avallato le richieste dell’allenatore, ammesso e non concesso che sia stato Motta a spingere per avere i tre giocatori in organico (almeno sul conto di uno, Douglas Luiz, lo escluderei al 100 per 100). Delle due l’una: o Giuntoli pensava, in sintonia con Motta, di andare ad acquistare tre campioni, e allora dovrebbe assumersi le sue responsabilità e scusarsi di aver fatto arrivare alla Juve tre bidoni; oppure sapeva che Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez non erano niente di speciale e allora avrebbe dovuto dire a Motta, ammesso che fosse Motta a spingere per averli, che lui 150 milioni per acquistare tre giocatori normali non li avrebbe mai spesi.
Anche perchè i soldi non erano suoi, erano della proprietà. E a proposito dell’uso dei soldi (e qui l’allenatore esce di scena e resta il dirigente): a me pare che Giuntoli dovrebbe rendere conto non solo del fallimento tecnico di queste operazioni, ma anche di quello economico. Perchè, anche se nessuno lo dice, si dà il caso che i 150 milioni investiti per i tre mammozzoni il d.g. della Juventus li abbia spesi per portare in organico tre giocatori che hanno 27 anni, che si sono rivelati tre flop, che gravano a bilancio in modo sanguinoso tra ammortamento del cartellino e stipendio e graveranno per le prossime quattro stagioni, e che alla scadenza dei loro contratti avranno 31 anni suonati e saranno invendibili: non varranno cioè praticamente niente.
Un investimento a perdere quello fatto su di loro: e non di pochi milioni, di 150 milioni senza contare cinque anni di gravosi stipendi. E sia chiaro: nel calcio ci sta di sbagliare una scelta (anche tre su tre forse no). Il Milan due anni fa si trovò davanti all’insuccesso dell’investimento fatto per De Ketelaere, che Maldini aveva prelevato dal Bruges per 35 milioni. Decise di disfarsene (forse con troppa fretta, visto quel che il belga ha poi combinato all’Atalanta), ma essendo De Ketelaere giovane - al termine di quella prima stagione in rossonero aveva 22 anni -, il Milan lo cedette all’Atalanta senza perdere un centesimo dell’investimento fatto: spuntando anzi un 10% in caso di futura rivendita.
Ebbene, tutto questo con Koopmeiners (pagato 60 milioni), Douglas Luiz (50) e Nico Gonzalez (40), tutti giocatori di 27 anni, non potrà mai accadere. E se Giuntoli, come già si dice, proverà a disfarsi di qualcuno di loro andando in cerca di un amatore fin dal giugno prossimo, dovrà scordarsi le cifre cui li acquistò. Considerati gli alti ingaggi che la Juventus corrisponde loro, anche venderli a un terzo del loro prezzo d’acquisto sarà complicato. Ma non è finita. Perchè oltre a ritrovarsi in organico tre giocatori acquistati per campioni e che campioni non sono (tutti costosissimi a livello d’ingaggio) e avere letteralmente bruciato per loro 150 milioni che mai frutteranno o rientreranno, Giuntoli dovrà in estate procedere all’acquisto di un nuovo centravanti.
E sapete perchè? Per il totale fallimento della sua gestione del caso-Vlahovic, il bomber 25enne comprato da Agnelli a 22 anni dalla Fiorentina per 91,6 milioni e finito fuori dal progetto-Juve, esattamente come Chiesa svenduto l’estate scorsa al Liverpool per 12 milioni pagabili in quattro anni (avete letto bene: 12 milioni pagabili in quattro anni! La Juventus ha addirittura iscritto a bilancio per lui una minusvalenza). A un anno dalla scadenza del contratto (30 giugno 2026), il cartellino di Vlahovic vale ormai poco più di zero; direi niente considerando che un eventuale acquirente dovrebbe corrispondergli il folle stipendio da 21 milioni lordi che Dusan percepisce oggi alla Juventus.
E sia chiaro: l’acquisto di Vlahovic a cifre e stipendio insensati non è responsabilità di Giuntoli, che non c’era; ma avendo avuto il d.g. due anni di tempo per trovare una via d’intesa col giocatore senza riuscirci, polverizzando così dopo l’investimento fatto dal club su Chiesa (60 milioni) anche quello fatto su Vlahovic (90 milioni), è lui e solo lui l’uomo che dovrà rendere conto alla proprietà anche di questo sanguinoso flop finanziario. Un doppio capolavoro dunque: la Juventus vede sfumare un investimento da 90 milioni; e come se non bastasse si ritrova senza centravanti perchè quello che gioca oggi al posto di Vlahovic, Kolo Muani, è arrivato in prestito secco dal PSG e non appartiene alla Juventus.
Se Giuntoli volesse acquistarlo, dovrebbe mettere mano a non meno di 50-60 milioni; che in ogni caso bisognerà tirare fuori perchè, anche se nessuno lo dice, la verità è che dopo aver venduto Kean alla Fiorentina per 18 milioni la Juventus non ha più un attaccante che sia uno. Milik (lo ricordate?) è in infermeria da un anno. E se vi venisse da pensare a Conceiçao, che tutto è tranne che un bomber, calma e gesso: come Kolo Muani anche lui è alla Juventus in prestito secco, il che significa che il 30 giugno saluterà la compagnia e farà ritorno in Portogallo. Per tenerlo, sempre che Giuntoli e il nuovo allenatore lo vogliano tenere, la clausola da pagare al Porto è di 30 milioni.
Ma tornando al dopo-Vlahovic. Anche immaginando di fare una follia e che Giuntoli metta mano a 50-60 milioni per acquistare Kolo Muani (o un attaccante di equivalente valore), la domanda è: secondo voi la Juventus può affrontare la prossima stagione con il solo Kolo Muani (o chi per lui) in attacco e Alex Milik con le stampelle come rincalzo? La risposta è scontata: no. Di attaccanti veri e forti Giuntoli dovrà dunque acquistarne almeno due. E insomma, tornando a bomba: non so come la pensiate voi, ma non sarà che alla Gazzetta si sono confusi e in prima pagina, ieri, dopo aver ricordato il fallimento degli acquisti di Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez, l’assurdità del caso Vlahovic e l’incubo della possibile mancata qualificazione alla Champions, hanno messo in prima pagina la foto sbagliata? Per capirci: che c’entra Motta se la responsabilità di tutto questo appartiene a Giuntoli? CAPITOLO CHAMPIONS.
Fatti i dovuti complimenti all’Inter che sbarca nei quarti di finale di Champions dopo essersi sbarazzata dal Feyenoord limitando sofferenza e dispendio di energie al minimo sindacale (le fatiche vere arriveranno ad aprile col doppio quarto di finale col Bayern Monaco che si annuncia fin da ora apertissimo), riaprendo le ferite in casa Milan che dal modesto Feyenoord era stato eliminato nei playoff (mentre a riaprire le ferite in casa Juventus ci aveva già pensato l’Arsenal rifilando 7 gol al mediocre PSV Eindhoven che sempre ai playoff aveva fatto fuori Madama), sarebbe scorretto non spendere due parole sul grande protagonista della serata Champions di ieri e cioè Gigio Donnarumma: che nella bolgia di Anfield ha giocato una partita gigantesca in una vera e propria finale anticipata qual è stata Liverpool-PSG finita 0-1 dopo i 90 e dopo i 120 minuti e conclusa 1-4 ai calci di rigore.
Nei quali l’ex portiere del Milan è stato come sempre superlativo parandone due a Darwin Nunez e a Curtis Jones (quest’ultimo addirittura in presa) contro gli zero parati da Alisson: il tutto dopo una partita superba in cui Gigio ha giganteggiato mostrando un’incredibile personalità e un’inattesa bravura anche nelle uscite dai pali - non certo il suo punto di forza - che ha compiuto incessantemente con grande coraggio, subendo cariche dai marcantoni (per dirla alla Pizzul) del Liverpool ma sempre arrivando primo sui mille palloni che spiovevano nella sua area a getto continuo.
Premiato come migliore in campo, Donnarumma ha giocato ieri una delle partita più belle di tutta la sua carriera, sicuramente la più matura. Chiusa definitivamente l’era delle costosissime figurine, quella di Messi, Neymar, Mbappè e degli infiniti acquisti multi-milionari messi a segno negli anni, e riportato da Luis Enrique e dal d.s. Luis Campos a una dimensione meno galattica e più terrena, il PSG negli ultimi due mesi è letteralmente fiorito ed esploso nelle mani del suo allenatore e si candida oggi come serio pretendente alla conquista della Champions, un trofeo che il club parigino insegue invano da sempre. Per la cronaca: anche Kvaratskhelia, riportato da Luis Enrique a sinistra, ha disputato una partita lunare, migliore anche di quella di Dembelè autore del gol dell’1-0, mostrando una tecnica, una continuità e una combattività raramente viste in passato nel Napoli.
Per dare un’idea di quanto Luis Enrique abbia cambiato il PSG, basti dire che Donnarumma coi suoi 26 anni era ieri uno dei più vecchi tra i giocatori scesi in campo. L’età media dei 16 utilizzati è stata di 23,6. Per capirci, quella dell’Inter contro il Feyenoord superava i 30. Donnarumma 26 anni Hakimi 26, Marquinhos 30, Pacho 23, N. Mendes 22 J. Neves 20, Vitinha 25, F. Ruiz 28 Barcola 22, Dembelè 27, Kvaratskhelia 24 Douè 19, Beraldo 21, Zaire Emery 19, Lee 24, Ramos 23 Squadra fantastica".