Caiazza e l'e-mail da Carlo Verdone: "«Mai consigliato Garcia ad Aurelio», che onore maestro"

22.05.2024
22:20
Redazione

Da “Borotalco” a “Bianco Rosso e Verdone”, da “Viaggi di Nozze” a “Troppo Forte”, da “In viaggio con papà” ad un “Sacco Bello”. Potrei citarne tanti altri di film di Carlo Verdone che ho stampato nella mente. Ma mi fermo qui altrimenti ci vorrebbe una pagina intera per enumerarli e non 50 righe di questo corsivo. Conosco ogni battuta del grande attore e regista romano. Ho trascorso le serate a ridere al cinema o davanti alla tv. Impazzisco per la vena comica di un campione del grande e piccolo schermo. Mai, però, avrei pensato un giorno che il maestro mi potesse scrivere una lettera di suo pugno iniziando con “Gentile Salvatore Caiazza”. Proprio così.

L’altra sera, quando sono arrivato a Canale 8 per partecipare alla trasmissione sportiva “Ne parliamo il lunedì”, ho incontrato per primo l’amico e collega Silver Mele. Che mi ha subito detto: «è arrivata una mail per te da Carlo Verdone». Pensavo che scherzasse come sempre. Ed, invece, era tutto vero. Non me l’ha fatta vedere ma l’ha letta in diretta. Praticamente Carlo Verdone, con una signorilità eccelsa, ha voluto chiarire di non aver mai consigliato Rudy Garcia al suo produttore ed amico Aurelio De Laurentiis. Il tutto perché?io una settimana fa, sempre a Canale 8, dissi: «Premetto che non credo minimamente a questa leggenda metropolitana ma pare che a fare il nome del tecnico francese al presidente sia stato Carlo Verdone».

Il mio non era un pettegolezzo ma solo una “vox populi”. Non credevo che questa mia considerazione potesse arrivare addirittura a casa di uno dei più grandi attori del cinema italiano. Nonché mio mito. Eppure è stato così. Inizialmente, però, anche stimolato da Christian Bosco, mi sono detto: «Vuoi vedere che è tutto vero?». “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, dicevano i latini. Se non c’è nulla di vero perché evidenziare così tanto l’estraneità alla scelta di Garcia?

Sinceramente non lo so. So solo che per me, al di là di tutto, è stato un onore rubare un po’ di tempo ad un mostro sacro come Carlo Verdone. E da oggi in poi riderò ancora di più quando lo rivedrò nei panni di Manuel Fantoni che in “Borotalco” raccontava: "Un bel giorno senza dire niente a nessuno me ne andai a Genova e mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana. Feci due volte il giro del mondo e non riuscii mai a capire che c...o trasportasse quella nave, ma forse un giorno lo capii: droga».

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