Caso Manuel Parlato, presidente FNSI: "Inaccettabile". Poi attacco anche alla SSC Napoli

06.02.2025
20:40
Redazione

Caso Manuel Parlato, arriva la nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana

Notizie Calcio - “E’ inaccettabile”. Così Vittorio di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), ha definito quanto accaduto a Manuel Parlato, il giornalista licenziato in diretta televisiva dal direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello. "È un comportamento da padroncino. Che viola ogni regola sindacale. E ignora la deontologia professionale".

L’accusa lanciata dallo stesso Criscitiello ha reso il caso ancora più inquietante: il responsabile della comunicazione del Napoli, Nicola Lombardo, avrebbe chiesto l’allontanamento di Parlato da Castel Volturno, quartier generale del club partenopeo. “Si tratta di un’accusa gravissima - afferma di Trapani - che se confermata segnerebbe un punto di non ritorno nell’ingerenza dei club nelle dinamiche editoriali delle emittenti sportive”.

Caso Parlato, presidente FNSI cita anche la SSC Napoli 

Ma c’è un dettaglio che pesa più di ogni altro: il Napoli non ha mai smentito ufficialmente. “Delle due l’una: o Criscitiello ha detto il falso, e allora il Napoli dovrebbe smentire in modo netto e inequivocabile. Oppure ha detto la verità, e in tal caso ci troveremmo di fronte a una intollerabile ingerenza nelle scelte editoriali”.

Il caso Parlato non è solo la storia di un licenziamento in diretta, ma l’ennesima prova di un clima sempre più ostile nei confronti del giornalismo sportivo indipendente. Le società calcistiche impongono restrizioni sempre più stringenti ai cronisti, limitano l’accesso ai centri sportivi, dettano i tempi e i modi delle interviste, costruiscono una narrazione che esclude qualsiasi forma di dissenso.

Durante la pandemia, molte delle restrizioni sanitarie imposte ai giornalisti sono diventate strumenti di controllo, e il diritto di cronaca, anziché essere ripristinato, è stato ulteriormente ridotto. Di Trapani ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: nel calcio di oggi, il diritto di cronaca è sotto attacco. Se un giornalista può essere estromesso per aver espresso un’opinione scomoda, il rischio è che il giornalismo sportivo si trasformi in una vetrina promozionale per i club, svuotato della sua funzione di analisi e critica. Raccontare lo sport non significa fare il tifo, significa informare, denunciare, raccontare la verità. Per questo, ogni tentativo di limitare il diritto di cronaca deve essere respinto con forza. Perché la censura non ha mai vinto. E non deve vincere neanche questa volta.

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