Criscitiello: "Affare sicuro, Giuntoli lo vada a prendere subito: è un affare!"

13.03.2017
00:30
Redazione

Scrive Michele Criscitiello su Tuttomercatoweb: Una cifra ridicola per un calciatore come Muriel. Mi piangeva talmente tanto il cuore che proposi a Pozzo di prenderlo io, ma mi mancavano 10.990.000 euro. Muriel ha colpi da fenomeno e ha perso tre anni per colpa sua e di Guidolin che non l’ha saputo gestire. Merito, invece, di Giampaolo che gli ha tirato fuori il meglio di sé. Muriel ha la colpa di esser diventato uomo troppo tardi. Le barrette, i viaggi in Colombia e i ritorni con 8 kg in più, poi diventa papà e qualcosa (non tutto) gli torna a posto. Genova l’esplosione. Questo ragazzo del 1991, credetemi, ha tutto. Velocità, uno contro 3 passa lui, precisione, potenza e senso della posizione. Quando smetterà di giocare diventerà come Ronaldo in due anni, ma ora merita una grande. La Sampdoria l’ha acquistato a 11 milioni e ora lo deve vendere a 25 milioni. Plusvalenza di 14 milioni di euro e grande business per la doria che giustamente adesso batte cassa. Una squadra deve prendere Muriel e vi dico chi: N-A-P-O-L-I. Al termine del derby Luis l’ha detto in un passaggio ma non conoscendolo in pochi gli hanno dato retta. “Io gioco per questa gente perché giocare davanti a questi tifosi per me è fantastico”. Altro motivo per cui non esplose a Udine. Friuli vecchio, spalti lontani e poca gente allo stadio dove la Curva non si sentiva bene per la lontananza degli spalti. Muriel per esplodere ha bisogno di uno stadio caldo. E’ un colombiano-napoletano. Si esalta nella folla. A Napoli per come gioca Sarri e per come sono i napoletani, Muriel farebbe cose da pazzi. Oggi Giuntoli deve andarlo a prendere senza se e senza ma. L’Udinese degli ultimi anni ha venduto bene Sanchez, Pereyra, Asamoah e Allan ma poteva fare molto meglio con le cessioni di Muriel, Cuadrado e Zielinski. Il polacco del Napoli è un 1994, l’Udinese voleva darlo in prestito e proposi in amicizia nell’anno della C a Mimmo Toscano di portarlo a Novara. Andò ad Empoli, da lì l’esplosione e la consacrazione a Napoli, piazza che o ti brucia o ti lancia.

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