De Paola: "Il Napoli apre una strada: possono partire riforme per ribaltare la UEFA"

27.03.2023
17:40
Redazione

Ultime calcio De Paola parla del Napoli e della UEFA

Nel suo editoriale sul sito di Sportitalia, l'ex direttore di Tuttosport Paolo De Paola scrive:

De Paola sul Napoli

"La Nazionale non ride, ma la giustizia sportiva piange. Se, e ribadiamo se, il Collegio di Garanzia del Coni, il 19 aprile, dovesse cancellare (per motivazioni insufficienti o vizi di forma) la decisione del meno quindici comminata dalla Corte d’Appello alla Juventus, il presidente federale non avrebbe più scampo: dovrà dimettersi prendendo atto dell’evidente inadeguatezza degli organismi disciplinari da poco riformati dallo stesso Gravina. Non ci sembra normale che in prima istanza ci sia una sentenza, in seconda un’altra e in terza ancora un’altra. E non sarebbe la prima volta. Tutti ricorderanno il papocchio fra Napoli e Juve durante la pandemia: si passò da uno 0-3 a tavolino, a partita da rigiocare con intervento delle ASL campane. Sempre con sentenze diverse in ogni grado di giudizio. Comprendiamo la necessità della giustizia sportiva di essere celere ma in questo modo non si capisce nulla e soprattutto si trasmette un sentimento di profonda ingiustizia. Che senso avrebbe togliere quindici punti a una squadra per poi restituirglieli tutti o quasi a campionato in corso? Se togli, momentaneamente, a qualsiasi club la possibilità di raggiungere un obiettivo neghi, alterandola, la natura stessa della competizione. Come se non bastassero i guai in casa si mette anche l’Uefa di Ceferin e degli sceicchi a condurre battaglie contro chiunque si frapponga sul loro cammino per risollevare i club dalla crisi e per uscire da un’egemonia antistorica e indegna che ha prodotto quel bel pateracchio del Mondiale in Qatar. E non parliamo solo di Juventus: sentito De Laurentiis di recente? Per carità, non chiamatela Superlega, ma un modo diverso di concepire le competizioni deve pur esserci. E ricordiamo che il periodo d’oro per il calcio cominciò proprio in quel 1986 al quale fa riferimento il presidente del Napoli quando il campionato era a sedici squadre, si giocava di meno, ma l’attesa di qualsiasi avvenimento era vissuta e narrata in altro modo. Oggi, nel nome di un consumismo sfrenato non si apprezza più nulla e si bruciano in un lampo milioni e campioni. C’è ancora un grande desiderio di calcio e le nostre squadre in Europa stanno dimostrando di tenere testa a squadroni con ben altre risorse, ma è tempo di cambiare a tutti i livelli".

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