"Il pezzotto non è reato", la svolta: il giudice assolve 13 utenti
Colpo di scena per la lotta alla pirateria, perché arrivano delle novità clamorose in merito a quello che è accaduto in una città del Sud Italia quando 13 imputanti in un processo sono stati assolti per quanto riguarda il pezzotto
Colpo di scena per la lotta alla pirateria, perché arrivano delle novità clamorose in merito a quello che è accaduto in una città del Sud Italia quando 13 imputanti in un processo sono stati assolti per quanto riguarda il pezzotto.
Pezzotto, assolti dopo il processo
Un giudice di Lecce ha disposto l’assoluzione di 13 imputati in un processo con rito abbreviato nell’ambito della diffusione illegale di partite di calcio e altri contenuti. Si tratta del cosiddetto “pezzotto”, con al suo interno, tramite schede contraffatte delle pay tv, contenuti piratati da Mediaset Premium, Dazn, Sky e Disney Channel, vendute in un maxi giro d’affari che comprendeva tutto il Salento.
Secondo il giudice, gli imputati, che erano gli utenti finali che usufruivano della visione illegale delle partite, vanno assolti perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”, accogliendo la richiesta di assoluzione della difesa che aveva sottolineato come al limite si profilasse un reato amministrativo e non penale.
L’inchiesta, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Gallarate, come ricorda la Gazzetta del Mezzogiorno, aveva interessato tutta Italia e quasi 2.000 persone, e si era estesa in particolare al Salento perché un pensionato settantenne aveva ricevuto versamenti riguardanti accessi abusivi ad alcune piattaforme televisive da parte di utenti provenienti dalla provincia leccese. La Procura di Lecce ha contestato agli imputati di aver acquistato consapevolmente dal pirata gli abbonamenti IPTV illeciti. Il settantenne avrebbe incassato una cifra vicina ai 500.000 euro, con il costo a persona tra i 20 e i 200 euro.
Una decisione che va in controtendenza con quelle che sono le iniziative della Lega Serie A, che insieme a Dazn sta cercando, tramite la piattaforma Piracy Shield, di bloccare i siti che diffondono le partite in modo illegale, ma soprattutto di punire, con delle multe, anche gli utenti finali, vale a dire chi usufruisce di pezzotto e streaming illegali.