La Commissione Antimafia conferma: "Ndrangheta infiltrata nella tifoseria della Juve: i bianconeri non sono complici, ma nemmeno vittime"

14.12.2017
20:30
Redazione

"A Torino la 'ndrangheta si è inserita come intermediaria e garante nell'ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultras che avevano come riferimento diretto diverse locali di ndrangheta". Lo si legge nella relazione su mafia e sport approvata oggi all'unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia e presentata dalla presidente della Commissione Rosy Bindi e dal coordinatore del comitato Mafia e Sport, Marco Di Lello (PD).

Tra le proposte per una maggior sicurezza, quelle di intervenire sul Daspo con un suo rafforzamento, introdurre delle 'celle' negli stadi e il reato di bagarinaggio, inasprire delle sanzioni della giustizia sportiva nei casi di match fixing e di collusioni con la mafia.

"Le risultanze dell'inchiesta parlamentare hanno consentito di rilevare varie forme, sempre più profonde, di osmosi tra la criminalità organizzata, la criminalità comune e le frange violente del tifo organizzato, nelle quali si annida anche il germe dell'estremismo politico", si legge nella relazione, che lancia una serie di proposte normative "per rendere tutti i soggetti della filiera sportiva consapevoli del rischio di infiltrazione mafiosa, e quindi attrezzati per fronteggiarlo insieme alle istituzioni". Per quanto riguarda il provvedimento del Daspo, secondo la commissione sarebbe opportuno intervenire "sia prevedendo termini di efficacia più severi che introducendo l'obbligo e non più la facoltà di imporre al destinatario di presentarsi agli uffici di pubblica sicurezza nel corso delle manifestazioni sportive".

La Commissione invita inoltre a "valutare l'introduzione anche di misure, come strutture sul modello inglese che consentano di trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo all'interno dello stadio, atte ad agevolare l'azione delle forze dell'ordine, con particolare riferimento all'arresto in flagranza, anche differita, e alla possibilità di procedere al giudizio per direttissima".

BINDI: "JUVE NE' COMPLICE NE' VITTIMA" - "Non c'è stata complicità consapevole da parte della Juventus, però la società non è stata neanche vittima". E' la precisazione del presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi: "Rispettiamo le decisioni della giustizia italiana e rispetteremo quelle della giustizia sportiva, ma se sono state escluse responsabilità penali sicuramente è stato anche escluso il ruolo o status di vittima della società", ha sottolineato Bindi. "Credo che questo abbia avuto un'affermazione molto chiara in sede giudiziaria e per noi è molto importante. Non c'è stata complicità consapevole da parte del club, ma la Juventus non è stata neanche vittima. C'è stata una sottovalutazione di questo rischio".

Fonte : Repubblica.it
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