Lotta alla pirateria, multe più care da 500 a 16mila euro: cambia la strategia anti 'pezzotto'

24.07.2025
22:40
Redazione

Le attuali sanzioni contro la pirateria audiovisiva non spaventano più nessuno. Lo sostiene Fratelli d’Italia, che con i deputati Marco Osnato e Federico Mollicone – quest’ultimo presidente della Commissione Cultura – ha depositato una proposta di legge per inasprire le multe previste per chi accede illegalmente a contenuti protetti da copyright.

Nel 2023, come riportato dal portale Qui Finanza, si sono registrati in Italia 319mila atti di pirateria audiovisiva, un dato sensibilmente inferiore al picco del 2016 (668mila), ma che conferma una nuova crescita del fenomeno. Secondo i proponenti, il ritorno della pirateria è alimentato da un'eccessiva frammentazione dei diritti TV e dal caro abbonamenti, che spinge molti utenti verso le Iptv illegali, spesso protette da Vpn.

Attualmente, chi commette un primo illecito rischia appena 154 euro di multa, cifra che in pochi considerano un vero deterrente. Solo in caso di recidiva o aggravanti – come la distribuzione del materiale – si può arrivare fino a 5.000 euro. Ma per Osnato e Mollicone, non basta. Da qui nasce la proposta che sarà discussa dopo l’estate: aumentare la multa base da 154 a 500 euro, con una sanzione massima che arriverebbe a 16.233,77 euro.

Ad oggi, circa 2.300 multe sono state inviate, principalmente agli utenti finali. Un intervento che, secondo i firmatari, ha portato pochi risultati. Le sanzioni attuali, spiegano, non bastano a scoraggiare i pirati digitali, né a tutelare adeguatamente l’industria.

La proposta di legge n. 2414 prevede inoltre che i proventi delle sanzioni vengano destinati al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, previsto dalla Legge Cinema 220/2016. L’obiettivo dichiarato è trasformare un danno in risorsa, reinvestendo le entrate in qualità, occupazione e innovazione.

Al di là delle sanzioni, resta il nodo di fondo: i costi dell’intrattenimento digitale. I Millennial, ad esempio, oggi sostengono numerosi abbonamenti (musica, cinema, serie TV, sport), ma con stipendi fermi e costo della vita in crescita, per molti le piattaforme legali sono diventate un lusso. E così lo Stato, invece di affrontare le cause economiche della pirateria, punta il dito su chi non riesce più a sostenere il peso di tutte queste spese.

A conti fatti, si rischia di fare la guerra alla pirateria con multe esemplari, senza però affrontare davvero le radici del problema. E con un incasso ipotetico di 1 milione di euro (500 euro per 2.000 sanzioni), resta il dubbio: salverà davvero il cinema?

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