
Milannews: "Rimpianto Conte, era l'uomo giusto! Il Napoli ne poteva fare 4-5 nel primo tempo"
Dopo i primi venti minuti di Napoli-Milan, onestamente, avrei voluto lanciare il telecomando contro il televisore. Perché non è concepibile un approccio alla gara come quello che hanno messo in mostra i giocatori, letteralmente ribaltati da un Napoli che sembrava poterne fare quatto o cinque. A mio modo di vedere, la genesi del tutto nasce nelle prove tattiche di sabato, quando Sergio Conceiçao prova nei titolari Joao Felix al posto di Rafael Leao. Una scelta che nessuno, se non lo stesso Joao Felix, può aver condiviso. Il campo poi ci ha detto che il giocatore di proprietà del Chelsea ha pascolato in campo per tutto il primo tempo, ma la perseveranza di Conceiçao è proseguita nella decisione di tenerlo in campo anche a inizio ripresa, salvo poi toglierlo dopo otto minuti. Eppure i segnali d’insofferenza dell’allenatore nei confronti di Felix c’erano stati e a più riprese. Da quello che ha raccontato Alessio De Giuseppe, bordocampista di Dazn, Conceiçao ha prima dato delle indicazioni in italiano per poi passare direttamente al portoghese per cercare di farsi capire meglio. Risultato? Nessuna reazione tanto è vero che Leao è stato mandato subito a scaldarsi. Nella ripresa, tolto Joao Felix e ristabilito un ordine più o meno canonico delle cose, ecco che il Milan ha ripreso a macinare gioco, mettendo il Napoli alle corde e facendolo barcollare dopo il gol di Jovic. Ma prima c’è stato l’ennesimo episodio legato alla querelle dei calci di rigore. Nel momento in cui Sozza ha decretato la massima punizione in favore del Milan, Christian Pulisic ha preso il pallone ma successivamente, sempre secondo le ricostruzioni dal campo, avrebbe lasciato a Santi Gimenez il pallone nel tentativo di dargli una chance per sbloccarsi dopo oltre un mese di digiuno. Risultato? Rigore calciato male dal messicano, Meret para e il parziale che rimane sul 2-0 quando sul cronometro mancavano ancora 22 minuti più recupero. Se ci sono delle gerarchie, vanno rispettate. Punto. E chissenefrega dell’Inter e della lotta scudetto, il Milan ieri sera doveva vincere per sé stesso e per cercare di rispondere alle vittorie di Roma, Juventus e Bologna. invece adesso si rimane noni, belli inchiodati fuori da ogni zona europea per la felicità di tutti.
Ma quello che preme dire è una cosa: Sergio Conceiçao, adesso, ha solo la Coppa Italia come obiettivo e già dopodomani contro l’Inter dovrà mettere in campo il miglior Milan possibile. Basta panchine per Leao, basta Joao Felix titolare, torni a dare una certezza alla coppia centrale e scelga una linea per quanto concerne il centrocampo. Tranne in alcuni ruoli, non ci sono gerarchie chiare, i messaggi che passano all’esterno quando si vede Felix titolare e poi uscire con il 4 stampato sulla schiena come voto, sono messaggi negativi. Ci sono due partite che adesso il Milan non deve fallire: quella di mercoledì e quella di ritorno del 23 aprile. La finale di Roma deve diventare un’ossessione, perché in campionato l’andazzo sarà sempre quello delle montagne russe. Nel caso in cui ci si dovesse arrivare, allora ci sarebbe da chiudere tutto. Ah, in conclusione: se Conte si dovesse liberare dal Napoli a fine anno (cosa che appare difficile anche qualora dovesse arrivare Paratici come direttore sportivo), non dovranno esser composti altri numeri di telefono. Perché quello che sta facendo a Napoli dopo che gli hanno venduto Kvara e glielo hanno rimpiazzato con Okafor, è qualcosa che dimostra la sua grandezza, che eleva tutto e tutti, dai giocatori ai dirigenti. Per il Milan dei prossimi anni servono uomini forti e competenti, che sappiano di pallone. Il tempo delle scommesse, sia in campo sia in dirigenza, è ampiamente esaurito.