Pelillo...nell'uovo - Ancelotti fa il ricercatore e il Napoli è un'altalena...

08.10.2019
11:10
Redazione

Ultime calcio Napoli, Ancelotti e l'analisi sul momento del Napoli dopo il pareggio col Torino

Ultime Napoli - La sosta cade nel momento giusto per il Napoli. I risultati più recenti denotano la necessità di una pausa per capire cosa non funziona. Dopo sette gare di campionato e due di Champions è tempo di piccoli bilanci parziali. La squadra ha avuto un andamento altalenante. È quarta in campionato a sei lunghezze dalla vetta, più o meno lo stesso margine dello scorso anno di questo periodo, quando dopo la sconfitta di Torino si andò a meno sette dalla Juve capolista. La differenza di posizione è data dalla presenza di Inter e Atalanta che lo scorso anno erano indietro. Gli uomini di Ancelotti sono partiti realizzando sette gol e subendone altrettanti nelle prime due partite. Da lì un'inversione repentina di tendenza che fa chiudere questa prima piccola tornata stagionale con zero reti segnate in tre delle ultime quattro gare. Il Napoli è passato dal saper realizzare tre gol alla Juventus e quattro alla Fiorentina sui rispettivi campi, alle reti bianche contro Cagliari, Genk e Torino. Nel mezzo la vittoria sui campioni d'Europa del Liverpool, primi a punteggio pieno in Premier League con un classico ed equilibrato 2-0. Quella contro gli inglesi è stata l'unica vera gara dove il Napoli ha mostrato equilibrio, idea di gioco, intensità. A Lecce è stato un Napoli molto sperimentale, prenderlo da riferimento è eccessivo anche perché la gara si è messa subito sul binario giusto per gli azzurri. Sostanzialmente, il Napoli che si aspettava di vedere mediamente dopo dieci gare disputate, si è visto solo in una partita, la più difficile. Intorno c'è un andamento altalenante e un equilibrio che ancora non c'è tra gol fatti e subiti. Un Napoli che, dopo oltre un anno di lavoro alla guida del pluridecorato Ancelotti, è ancora un cantiere aperto, un laboratorio che sembra non avere fine. Non è chiaro ancora, infatti, per quale motivo un tecnico che ha vinto ovunque abbia allenato da Milano in avanti, arrivi a Napoli a sperimentare nuove idee di calcio. È di Ancelotti, infatti, la dichiarazione circa il calcio di oggi che non vuole specialisti dei ruoli, in riferimento alla mancanza di un playmaker di ruolo nella rosa. L'allenatore sta sperimentando un'idea di calcio che prevede la girandola di ruoli, soprattutto a centrocampo. È così che da playmaker sono capitati Fabian, Zielinski e Allan. Allo stesso modo lo spagnolo è stato schierato in tutte le posizioni della mediana e anche da attaccante, nonostante siano chiare le sue qualità tutte concentrate su un ottimo sinistro, ma con un destro da migliorare. Nonostante Fabian sia un chiaro calciatore di manovra e di inserimenti, che deve stazionare dietro la linea del pallone e non oltre. La stessa voglia di sperimentare ha indicato al mister di Reggiolo di lanciare Lozano da prima punta, dove non aveva mai giocato, nonostante l'inizio brillante di Torino, dove è subentrato nel suo ruolo realizzando anche un gol. Un continuo minestrone, un continuo laboratorio che non permette alla squadra di avere automatismi, che non lascia certezze a coloro che scendono in campo e tutto questo dopo aver finito bene lo scorso campionato. Per quale motivo, non essendo partito alcun calciatore di coloro che hanno ben terminato la scorsa stagione (Albiol era infortunato ndr.), non si è visto inizialmente quel Napoli? Il risultato è stato un rendimento altalenante, dai tre gol alla Juve, alle reti bianche contro squadre nettamente meno attrezzate. Giocatori che sembrano disorientati, che giocano intensamente solo una parte della gara, a volte l'inizio, altre la fine. La vigilia di ogni partita è diventata una lotteria per tifosi e osservatori, nessuno è in grado di prevederne lo schieramento, l'esito e l'andamento, se sarà un Napoli a trazione anteriore o posteriore o equilibrato. Il tutto appare legato alla mancanza di continuità nello schieramento dei calciatori. Gli esperimenti e le girandole continue non hanno prodotto alcun risultato positivo, nemmeno sotto il profilo psicofisico, vero motivo per il quale è nato il turnover. Non è chiaro nemmeno se la squadra sia in condizioni atletiche buone, visto che gioca solo a tratti con la giusta intensità. Il Napoli dalle tante identità e senza gli specialisti dei ruoli, voluto a suon di dichiarazioni dal tecnico, non produce risultati costanti. A questo punto sorge la domanda se sia consono da parte di un allenatore blasonato, accettare un incarico sperimentando un nuovo calcio. A questo punto viene da chiedersi, intanto, se il mister ha chiarito al presidente di accettare con la volontà di sperimentare nuove idee, e se lui avesse mai accettato di essere ripagato con un ingaggio sperimentale. Il quesito è d'obbligo, provocazione compresa, perché quando si investe su una risorsa che ha dimostrato di valere sul campo, si acquisiscono le sue prestazioni vincenti e non quelle che mai ha sperimentato. Il Napoli sembra un grande ristorante che ingaggia uno chef stellato, il quale poi arriva e fa tutt'altro, cambia le sue ricette e i risultati non arrivano. Perché questo laboratorio costante? La società era consapevole?... Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo
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