
Perché la Serie A avrà più chance di avere il posto extra nella Champions 2026/27
Le coppe europee si preparano a vivere la loro seconda stagione dall’introduzione dei nuovi format. A partire dal 2024/25, la UEFA ha introdotto il girone unico per Champions, Europa League e Conference League, allargando anche a 36 il numero di partecipanti per le prime due competizioni (la Conference ha mantenuto 32 squadre). L’introduzione dei nuovi format ha portato un’ulteriore novità per quanto riguarda la Champions League: a partire dalla stagione 2023/24, le due Federazioni le cui squadre fanno registrare le migliori performance a livello europeo – il ranking di stagione in pratica – ottengono il diritto portare un ulteriore partecipante alla successiva edizione della massima competizione per club UEFA.
Nella prima stagione, in vista del 2024/25, sono state Italia e Germania a conquistare i due posti extra. Quest’anno invece, con vista sul 2025/26, i piazzamenti sono andati a Inghilterra e Spagna. Ma cos’hanno in comune questi traguardi? E cosa ci dicono sulle chance delle Federazioni di conquistare i posti extra in Champions League?
Va da sè che la corsa a questi piazzamenti, di base, è circoscritta alle Federazioni le cui squadre tendono ad arrivare in fondo alle coppe europee: Inghilterra, Spagna, Italia e Germania, con la Francia come outsider. All’interno di questo gruppo ristretto, fino ad ora il piazzamento extra è stato sempre conquistato da quelle Federazioni che avevano un numero minore di squadre in gioco nelle coppe europee di stagione.
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Come noto, il ranking stagionale di un Paese è la media del ranking ottenuto da ogni club partecipante alle coppe europee in quella determinata stagione. Portare un maggior numero di squadre della stessa Federazione nelle competizioni UEFA è sicuramente un grande traguardo per un Paese, ma è inevitabile che i risultati possano risentirne nel complesso, dal momento in cui la partecipazione si allarga a formazioni con una classifica peggiore e, almeno sulla carta, meno competitive.
In questo modo, le squadre che vengono eliminate troppo presto dalle coppe (il Newcastle e l’Osasuna per Inghilterra e Spagna nel 2023/24, il Bologna e l’Hoffenheim per Italia e Germania nel 2024/25), non soltanto non portano più punti alla causa, ma contribuiscono a pesare sul risultato finale dal momento in cui continuano a essere considerate per la media.
Ai nastri di partenza della stagione 2025/26, l’Italia si presenterà con sette squadre così suddivise: quattro in Champions, due in Europa League e una in Conference League. I competitor del nostro Paese avranno invece queste squadre:
- Inghilterra – 9 squadre (sei in Champions, due in Europa League e una in Conference League)
- Spagna – 8 squadre (cinque in Champions, due in Europa League e una in Conference League)
- Germania – 7 squadre (quattro in Champions, due in Europa League e una in Conference League)
- Francia – 7 squadre (quattro in Champions, due in Europa League e una in Conference League). Per la Champions una passerà dagli spareggi di agosto
La Serie A potrà dunque sperare che almeno una squadra a testa tra Inghilterra e Spagna fatichi nelle coppe europee (sulla carta Crystal Palace e Nottingham, o il Celta Vigo) in modo da guadagnare un vantaggio competitivo in questa corsa. Chiaramente, le italiane dovranno a loro volta fare registrare ottime performance per poter sfruttare al meglio questa opportunità, ma la storia recente è dalla nostra parte.