San Paolo, gli steward in rivolta: "Devono pagarci, altrimenti faremo un esposto contro la SSC Napoli"

16.04.2014
11:00
Bruno Galvan

Steward dello stadio San Paolo in rivolta. Il loro lavoro non viene retribuito da un anno e si svolge in condizioni sempre più disagiate: questa la loro denuncia. "Lavoro come steward al San Paolo da fine settembre – spiega Anna (nome di fantasia) a NapoliToday – Accettai il lavoro perché mi fu promesso un pagamento ogni due massimo tre mesi. Ad oggi, quasi al termine del campionato, non abbiamo percepito alcuna paga". Aurelio De Laurentiis, a cinque partite dalla fine della scorsa stagione, decise di non pagare più le società coinvolte nel servizio di accoglienza allo stadio. Non fu un capriccio, quello del patron azzurro: aveva semplicemente scoperto che quasi tutte trattenevano i soldi per sè senza pagare i lavoratori. Allora chiese una fideiussione bancaria a garanzia del loro operato, ma questa non fu accolta. Da allora il servizio prosegue, ma senza che gli impiegati percepiscano retribuzione. "Questo è il momento di farci sentire – prosegue Anna – So che ci sono steward in attesa di retribuzioni di partite dello scorso campionato. Il nostro lavoro prevede un controllo dei tifosi al prefiltraggio, poi ai tornelli e sugli spalti, questo a partire da cinque o sei ore prima di ogni gara e finché lo stadio non è completamente vuoto. Inoltre prestiamo servizio anche il giorno prima della gara, con turni da otto ore. La paga in questi giorni è 20 euro, mentre quando c'è la partita 22 euro e 50". Soldi che non arrivano. "Se per fine campionato non arrivano gli stipendi arretrati, siamo pronti a fare un esposto contro la società", proseguono alcuni steward. Del resto, puntualizza ancora Anna, "siamo sempre e continuamente a rischio, soprattutto chi di noi presta servizio sugli spalti inferiori, dato che può essere ferito da oggetti lanciati da quelli superiori". "Ci tengo a precisare un'ultima cosa – ci spiega ancora la steward – Spesso, dopo lanci di petardi, abbiamo sentito alla radio dire che il nostro servizio non era stato soddisfacente. In realtà noi non siamo abilitati alla perquisizione: non possiamo toccare i tifosi, quindi ci risulta difficile poter trovare petardi o oggetti pericolosi nelle loro borse o tasche. Si tratta di una mansione che spetterebbe alla polizia". Non pagati quindi, e accusati di negligenze altrui“.

Fonte : Napolitoday.it
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