Sky-Mediaset Premium, stop ai colloqui: la fusione non decolla
La fusione tra Sky Italia e Mediaset Premium non si farà. E’ quanto afferma Italia Oggi che cita gli ultimi report delle banche d’affari e le indiscrezioni provenienti da Londra, cuore strategico degli affari Sky in Europa. Da entrambe i lati l’indicazione che arriva è la stessa: stop alle trattative, nessuna intesa sugli eventuali valori di concambio, troppi ostacoli di carattere legislativo e antitrust, cui sommare, inoltre, il caos che scoppiato alla Fifa, con i conseguenti equilibri (gestione di diritti tv del calcio) tutti da ristabilire nel caso l’inchiesta avviata dal Dipartimento di Giustizia Usa dovesse travolgere il riconfermato Sepp Blatter. Ovviamente, come più volte sottolineato su Calcio&Finanza, avrebbe un senso creare anche in Italia un unico operatore di pay tv, come già accade in tutti gli altri mercati europei, tenuto conto che in Italia il bacino di abbonati non cresce e si è assestato ormai da anni ben sotto i sette milioni di famiglie. Ma, come spiega un report di Citigroup, «il momento potrebbe non essere quello giusto». In primis, perché il gruppo Mediaset, nel suo complesso, ha un bilancio 2014 solido, ci sono buone prospettive per il 2015, non ci sarebbe una imminente necessità di vendere, e, anzi, la pay tv Premium potrebbe proprio in questa e nelle prossime stagioni trarre benefi ci dalla esclusiva sulla Champions League di calcio. Inoltre, fanno notare gli analisti di Citigroup, una fusione Sky-Premium potrebbe non riuscire a ottenere l’approvazione delle autorità competenti. In aggiunta, dicono gli esperti di Bernstein, ci sono pure le dichiarazioni del premier italiano Matteo Renzi, che ha paventato una modifica dei criteri con cui sono venduti i diritti televisivi del calcio, e quelle di Marco Bogarelli, presidente di Infront Italia (advisor di Lega Serie A nella vendita dei diritti tv del calcio), in forte polemica con Sky Italia e che auspica l’ingresso di un grande gruppo di telecomunicazioni come ulteriore player nella partita per la spartizione dei diritti. Un clima del genere ha consigliato le parti, Sky e Premium, di interrompere le trattative. In particolare, Sky potrebbe avere un certo interesse ad aspettare almeno un anno, vedere ciò che accade sul fronte abbonamenti, verificare se Premium riesce a crescere sufficientemente pergiustifi care l’investimento nei diritti Champions League, ed eventualmente ripresentarsi al tavolo nel 2016 con una forza contrattuale maggiore e un rapporto di concambio, in caso di fusione Sky-Premium, più favorevole agli uomini di Rupert Murdoch. La posizione attendista, tuttavia, ha anche le sue controindicazioni. Secondo gli analisti di Bernstein, infatti, l’unica strada che Sky Italia ha per avere un business realmente profittevole in Italia passa proprio attraverso l’acquisizione di Premium. La pay tv, in Italia, non cresce, e le differenze di performance con le altre Sky europee diventano quasi imbarazzanti: per esempio, risultato operativo del 3,7% medio tra il 2010 e il 2014 in Italia, rispetto al 16,3% nel Regno Unito e in Irlanda. Per cui, dicono da Bernstein, «Sky ha bisogno di una nuova strategia per l’Italia». Per Mediaset, invece, è diverso, e il gruppo può guardare con maggiore distacco agli eventi, poiché il suo business maggiore è la tv in chiaro. Secondo Bernstein, il Biscione ha usato Premium «innanzitutto come investimento strategico per proteggere il suo business nella tv in chiaro dalla crescita di un competitor (come Sky, ndr)». Ora può andare avanti così, oppure «disinvestire parzialmente aprendo il capitale di Premium a Vivendi o Telecom Italia, o a entrambe». Con l’esclusiva Champions League sul triennio 2015-2018 Premium punta a incrementare di 200 mila unità all’anno il suo parco abbonati (attualmente a quota 1.770.000). Si vuole pescare tra gli abbonati al pacchetto Sport di Sky, che senza la Champions League potrebbero disdire l’opzione, mantenendo solo quella Calcio (con tutti i match del campionato italiano di Serie A e B) e accendendo un contratto con Premium. Senza Sport, però, non potrebbero più vedere i motori, che con la Formula 1 e la MotoGp, negli ultimi mesi, hanno invece avuto un aumento di audience del 20% sulla piattaforma pay satellitare. Sulle scelte dei consumatori influirà molto, ovviamente, anche il parterre di squadre italiane in esclusiva Champions o Europa League: Premium avrà certamente l’esclusiva sui match di Juventus, Roma e di una tra Lazio e Napoli (preferita perché con un bacino di tifosi più vasto) in Champions; per Sky, invece, si prospettano Fiorentina, Sampdoria e una tra Lazio e Napoli, con Milan (di sicuro) e Inter (in corsa solo molto teoricamente) ormai fuori dai giochi. Sky, attraverso Fox sports, offrirà però l’esclusiva del campionato inglese e tedesco. I diritti di quello francese e quello spagnolo sono invece ancora da assegnare. E Premium sarà della partita.