C'erano un napoletano e un sardo a Zemanlandia, da amici ad avversari: Cagliari-Napoli, la sfida nella sfida

10.12.2016
16:30
Ciro Novellino

di Ciro Novellino

Due talenti, due giovani 'profeti in patria'. Due calciatori che hanno seguito un percorso di crescita simile l'uno con l'altro, con tutte le difficoltà del caso. Lorenzo Insigne e Marco Sau hanno incrociato il proprio destino e l'hanno fatto a Foggia, con Zeman che li ha fatti consocere al grande pubblico. Hanno deliziato la platea pugliese e l'Italia intera con una stagione da incorniciare: 20 gol per il sardo e 19 per il napoletano.

Il sardo, classe '87, si è ritrovato con Zeman, dopo un periodo travagliato della sua carriera calcistica che lo stava portando al baratro. Figlio del vivaio del Cagliari, cresciuto a pane a pallone, 'Pattolino', così veniva chiamato nella sua infanzia, poteva vestire la maglia del Foggia a titolo definitivo, ma non avendo versato le fidejussioni per il riscatto, Cellino decise di mettere in mora il club dei 'Satanelli' e si riprese il calciatore. Da lì il prestito alla Juve Stabia dove ebbe l'exploit decisivo per la svolta, con gol da favola, soprattutto a Genova contro la Sampdoria, che gli vale il premio per il gol più spettacolare del campionato di serie B 2011-12. Cagliari è casa sua e il ritorno in maglia sarda lo rende felice, nonostante la parentesi più che positiva in terra stabiese. La Nazionale, poi, il sogno raggiunto grazie a Prandelli. Un metro e settanta e poco più, faccia da bravo ragazzo, fisico brevilineo e i piedi delicati (Zola rimane un mito sull'isola, ma anche Cossu può ascriversi nella categoria dei giocatori fantasiosi non propriamente alti).

Il napoletano, classe '91, di 4 anni più piccolo, è talento nostrano. La sua classe è infinita, la sua napoletanità l'arma in più. Problemi o meno di rinnovo, suda la maglia azzurra e si è anche sbloccato. I gol a ripetizione dell'ultimo periodo lo hanno ringalluzzito, sciorinando prestazioni degne del suo talento. Frattamaggiore la sua terra, la sua casa, i suoi affetti, la maglia azzurra il suo cuore.

Due amici, nemici che in questa sfida hanno fatto gol una sola volta e anche nella stessa partita dell'aprile 2013, un rocambolesco 3-2 per gli azzurri con Sau che sigla il 2-2 e con Insigne che, in maniera fiabesca, regala i tre punti alla sua squadra nel recupero. Due bandiere, del calcio napoletano e del calcio sardo, due ragazzi in grado di sfondare altrove per diventare profeti in patria nel momento giusto e con tanto di fascia da capitano sul braccio.

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