Cronaca di un giorno 'speciale'. Un 2 gennaio che...solo a Napoli!
di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
Sono le 9.30 del mattino. Di un normalissimo 2 gennaio. Napoli riprende a lavorare e Fuorigrotta è una bolgia. Basti solo il fatto che le feste siano terminate e la gente ‘non vedeva l’ora di tornare alla routine’, ma poi c’è l’allenamento del Napoli a porte aperte, al San Paolo, dopo la vittoria della Supercoppa. Quale occasione migliore per salutare i propri beniamini e ringraziarli del meritato successo? Così dirigenti, imprenditori, operai e impiegati prendono un giorno di ferie per portare i propri figli allo stadio e regalarsi una giornata fredda, ma di sole.
Ore 9.45. Davanti all’ingresso del sottopassaggio del San Paolo, a due passi da Via Lepanto, c’è già un centinaio di persone, tra bimbi e genitori, pronti ad aspettare l’arrivo del pullman degli azzurri. Il traffico inizia a prender forma, le donne (quelle non tifose evidentemente) in auto sbuffano, quasi a voler dire: “Ma guarda un po’, per colpa del Napoli devo far tardi a lavoro”. Le forze dell’ordine sono lì, pronte a districare chiunque passi da quella zona. Gli smart phone sono già attivati in modalità video. Il Napoli sta per arrivare. Il freddo gela il viso degli ormai cinquecento impavidi, ma soprattutto le mani pronte a scattare foto all’arrivo del pullman. Dai più piccini agli anziani, il Napoli se colpisce, lo fa in maniera trasversale.
Ore 10.20. Il bus biancoazzurro non è ancora arrivato. I più maliziosi parlano di entrata di servizio. I più scaltri, invece, iniziano a rendersi conto che forse quel bus tanto atteso non arriverà. Non a caso s’intravede un autovettura con vetri scuri, all’interno c’è Rafa Benitez e il suo staff. Poi arriva Hamsik, poi è il turno di Rafael. Ma la folla è talmente fitta che non si riesce nemmeno ad intravederli dai finestrini. Tanta attesa e poi? E poi fa nulla, a breve comincerà l’allenamento. Il tifoso doc non si perde d’animo, in fondo a pochi metri c’è l’ingresso dei Distinti Superiori, settore aperto al pubblico, gratuitamente, per assistere alla seduta mattutina d’allenamento. Io mi dirigo verso l’ingresso della Tribuna Stampa, dalla parte opposta ai Distinti. Vedevo migliaia di persone venirmi ‘contro mano’. Dai tifosi doc (berretto verde da Curva e lente specchiata) a quelli meno doc (da sciarpa rosa o anche arancio/giallo). Famiglie intere erano lì, in trepidante attesa di poter applaudire Higuain e compagni. Ormai anche i palazzi più vicini al San Paolo fungevano da ‘arena’. Solo Maradona portò questo tipo di entusiasmo durante gli allenamenti. Adesso il Napoli è tornato ed ha rubato, per l’ennesima volta, la scena a una Napoli avida di gioia e spensieratezza.
Ore 12.30. Stessa dinamica, all’inverso. Io torno verso la mia autovettura, mentre vedo i tifosi dirigersi verso la direzione opposta, dove c’è il parcheggio. “Hai visto il tiro di Higuain?”, “Ma Koulibaly è enorme da vicino!”. Non solo. “A me sto Strinic piace”, “Ma chi erano i piccoli, quelli della Primavera?”. Per noi, a Napoli, l’allenamento non sarebbe mai durato una sola ora. A Napoli, un giorno così, ti riempie la giornata intera.
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