Due brasiliani, un francese e un olandese: le quattro scommesse perse dal Napoli e da Benitez

16.05.2015
22:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Dovevano essere i rinforzi giusti per il Napoli, quelli che avrebbero completato l'opera di rivoluzione della rosa dopo l'addio di Walter Mazzarri e di alcuni suoi fedelissimi. Prima Henrique, poi Jorginho, in estate è arrivato Koulibaly con de Guzman, senza fare chiarezza sul mistero Michu e il ritorno di Gargano. Il brasiliano ex Palmeiras, arrivato nella sessione invernale di mercato dell'anno scorso, sembrava potesse quasi contendere il posto ad un ormai 'spento' Christian Maggio. Invece no, con più di qualche amnesia difensiva si è guadagnato, sin dall'inizio di questa stagione, un posto stabile tra i panchinari. L'exploit di Koulibaly prima e Britos poi non hanno permesso ad Henrique di guadagnarsi quel giusto spazio in campo, tanto che nello scorso gennaio sembrava addirittura potesse far ritorno in patria, col Cruzeiro in prima linea.

KOULIBALY - Si può dire che facendo un bilancio delle prime quindici gare in azzurro, il paragone (fatto in prospettiva) con Thuram non era così azzardato. Benitez, qualche settimana fa, proprio ad una nostra domanda, in conferenza rispose: "Kalidou sta pagando il suo grande inizio di stagione. Chi inizia bene ha il dovere di continuare, altrimenti finisce per calare e deludere". Il francese fu acquistato dal Genk in estate, ma la tifoseria azzurra si aspettava il giovane da inserire col contagocce nei meccanismi di Rafa Benitez. Poi andò via Fernandez e ci si aspettava un colpo in difesa, fino a che lo stesso Benitez chiuse ogni capitolo: "Abbiamo comprato già Kalidou", andando a chiarire che forse, quel 'giovane', sarebbe stato d'aiuto sin da subito. Poi la salita, complice anche l'ottimo rendimento di Miguel Britos. Koulibaly è scivolato in basso nelle gerarchie di Benitez, fino ad essere considerato l'ultima scelta tra i difesori centrali. Le qualità ci sono, si può continuare a lavorare. Ma non poteva fare il titolare di una squadra che 'avrebbe dovuto' lottare per il vertice, come diceva De Laurentiis. 

JORGINHO - Lo voleva il Milan, la Fiorentina, l'Inter. E poi? Rendimento in calo anche per lui, l'italo brasiliano che, evidentemente, il Napoli riscatterà dal Verona sono per un accordo verbale raggiunto quando si trattò per la comproprietà. Ma proprio non è adatto al metodo Benitez. In un centrocampo a due non rende, le sue capacità di palleggio sono evidenti, ma pecca in fisicità e in un modulo come questo diventi un birillo per gli avversari e niente più. Il suo futuro potrebbe essere lontano da Napoli, ma dipenderà dalla permanenza di Rafa Benitez in azzurro. Se l'allenatore spagnolo resterà alla guida degli azzurri, è probabile che il regista ex Verona vada altrove, in prestito, per ritrovare sè stesso. Altrimenti verrà valutato dal nuovo tecnico. 

DE GUZMAN - Un desaparecidos che alla piazza napoletana non è mai piaciuto più di tanto. Anch'egli, arrivato con l'etichetta del vice Hamsik, si è fermato nel suo percorso di crescita. Nella memoria resta, almeno per ora, quella galoppata a Dubai, contro la Juventus, in finale di Supercoppa, che gli permise di arrivare sul fondo e servire l'assist vincente ad Higuain. Per il resto poca roba, ancora oggi non si è ben capito qual è il suo ruolo naturale. Andato via Dzemaili doveva arrivare un altro indefinito evidentemente...

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