Gazzetta - Vincere per non rinunciare al sogno scudetto: Benitez ha solo un modo per far saltare il banco

11.01.2015
07:46
Redazione

La Gazzetta dello Sport scrive su Napoli-Juventus: Nell’attesa, stasera la Juventus potrebbe anche scendere al secondo posto prima di iniziare il duello del San Paolo, ma ha un vantaggio: non sarà una gara secca . La frase ha frantumato i timpani di tutto l’ambiente nella vigilia della finale qatariota. Ripetuta, temuta, maledetta. Giornata numero 18, quindi ancora un girone abbondante per capire e ritrovarsi, in caso di sconfitta. Il Napoli invece la deve interpretare proprio come una gara secca: perdendo finisce 13 punti distante dal titolo, cui Benitez non rinuncia (a parole). L’allenatore era partito per l’Oriente con dubbi tipo Higuain o Zapata, perché Duvan aveva infilato quattro reti nelle cinque gare precedenti. Poi il Pipita si è pappato la Juve, rimontando i vantaggi di Carlos Tevez, e non si è fermato con il Cesena, altra doppietta. Rimettiamo Zapata stasera, sorridono gli argentini del suo clan? Ma anche Marek Hamsik si è rivalutato. E a Madama ha segnato cinque volte in campionato più una nella finale di Coppa Italia 2012. Inoltre i bianconeri non escono puliti al San Paolo dal 1997, poi 12 incontri di fila sempre a segno. A Doha, pur inferiore come numero di occasioni, il Napoli ha crossato (32-15) e lanciato di più (103-71). Sugli inviti dall’esterno di De Guzman e Gargano è arrivata la doppietta cancella fuga. La Juve ha patito sui lati anche martedì contro l’Inter, D’Ambrosio ha potuto crossare 13 palloni, anche se la metà è arrivata in area e nessuno si è trasformato in vera occasione da rete. Ma le finestre aperte hanno alimentato i dubbi. Resta la miglior fase difensiva del torneo, resta la squadra che in trasferta è stata infilzata soltanto tre volte, una nelle ultime quattro uscite. Però se si inserisce Doha (campo neutro) la percentuale aumenta. E il Napoli la batte nei dati assoluti del campionato come cross (20,29 contro 15,54) e sponde (23,12 contro 13,24). Sembrerebbe il contrario, vista la composizione dell’attacco: Allegri ha un totem come Llorente piantato centralmente, Benitez un’anguilla più frenetica come Higuain. Ma alla Juve le reti sono compito di Tevez (11), mentre dall’altra parte gli esterni e Hamsik sono più propensi alle variazioni di gioco. E poi oggi ha l’aggiunta Gabbiadini: non soltanto sette reti, fra cui quella stracitata di Torino, ma pure 20 tiri in porta, quarto in assoluto in A. Davanti Tevez, 25, e Higuain a 24.

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