Il ko di Udine dà vita alla 'trasfigurazione degli sciacalli': spuntano folli richieste a Benitez, e poi c'è quell'assenza che si fa preoccupante...

22.09.2014
19:35
Redazione

di Claudio Russo – twitter: @claudioruss

A distanza di un giorno, le polemiche sul Napoli non accennano a diminuire. E' ovvio, sono tutti arrabbiati per un motivo o per un altro: Higuain dopo un fallo non concesso, Benitez per la sconfitta arrivata dopo una prestazione tutto sommato buona, i tifosi del Napoli che vedono gli azzurri a quota 3 punti dopo 3 partite. Detto questo, ogni critica è lecita quando rientra nei limiti della logica e del buonsenso.

Ci sono però un paio di cose da sottolineare, e che possono essere fonte di discussione in attesa che, domani a Castelvolturno, sia lo stesso Benitez a rispondere alle domande dei giornalisti. Ieri sera, a Udine, il Napoli ha optato per il silenzio stampa dei propri tesserati ad esclusione dello stesso Benitez che è intervenuto in conferenza e con le televisioni nazionali. Da solo, quasi a fare da bersaglio per le tante, tantissime critiche piovute su di lui e sulle sue scelte (un errore da sottolineare con la penna rossa, va detto: un nome su tutti, Michu ancora non in condizione e quasi avulso dal gioco).

Rafa si è presentato davanti ai microfoni ed ha analizzato la partita. Tutto bene, tutto giusto. Tanto, nelle condizioni di ieri sera, qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stato attaccato. Rafa contro tutti, ma da solo. Ci ha messo la faccia, come sempre, ed incassa i colpi. Ma, al suo fianco, non c'era nessuno. Non mettiamo in dubbio il fatto che il presidente De Laurentiis possa essersi sentito con Benitez, ci mancherebbe. Il problema è che, nel mondo attuale dell'informazione che viviseziona tutto, l'assenza del presidente, e delle sue parole, al fianco di Benitez può far pensare tutto ed il contrario di tutto. E allora è ovvio che ci si lasci andare ad ogni genere di pensiero. Ma quell'assenza può iniziare ad essere preoccupante, visto l'andazzo delle cose. Sarebbe bastato anche un tweet per rassicurare tutti, almeno temporaneamente.

Scelta giusta, forse, quella del Napoli. La settimana scorsa, nel post-Chievo, Raul Albiol si lasciò andare ad una frase fondamentale: "Dopo il gol ci è mancata la fiducia". Certamente non la voglia di creare azioni da gol, visti i 43 (!) tiri in porta contro Chievo e Udinese. Ma quelle parole di Albiol hanno lasciato scoperto forse il vero problema del Napoli: non è il gioco, perchè quello c'è ed i numeri lo confermano. Può essere un fatto, forse lo è, di testa: manca la concentrazione e la cattiveria sotto porta, quel piccolo passo in più che manca dal far gol. Ma questo è un problema che può risolvere solo Benitez con l'allenamento e con le prossime partite, stando uniti e cercando di far crescere quella dote fondamentale che è l'autostima.

Sono abbastanza simpatiche le critiche rivolte a Benitez un po' da tutti: quelle dirette contro le stesse affermazioni dello spagnolo, dal mercato alle scelte di formazione. In queste ore si è assistito ad un curioso, e preoccupante, fenomeno: la 'trasfigurazione degli sciacalli', quelli che, pur essendo tifosi del Napoli, non aspettano che il primo passo falso degli azzurri per vomitare veleno nella maniera più violenta; quelli che al gol di Danilo, dentro di loro, hanno sorriso e che ora invocano pene esemplari per Benitez: l'esonero immediato, la richiesta per De Laurentiis di non partire per gli Stati Uniti se non prima di aver cacciato Rafa, chiedere le dimissioni dello spagnolo quasi come a dire "Vabbè, dimettiti e noi la smettiamo". Come se poi un esonero (e conseguenti costi che De Laurentiis, secondo la sua mentalità economica, non si sognerebbe minimamente di sobbarcare) risolvesse di colpo tutti i problemi. Parlare di obiettivo-scudetto sfumato dopo tre-partite-tre è qualcosa da ricovero immediato, da interdizione perpetua, è essere avvelenati da qualcosa che non ci è concesso sapere. Potremmo capirlo se il Napoli fosse a 20 punti di distanza alla 15° giornata, ma adesso è troppo. E' ancora più simpatico perchè poi, durante la scorsa stagione, erano i primi a tessere le lodi di Benitez.

PS: dell'avventura di Benitez a Napoli resterà nell'immaginario collettivo l'intervista rilasciata nell'ottobre scorso a Gianni Mura per Repubblica. Uno stralcio, soprattutto: "Il calcio è bugia" e "Certe verità non conviene dirle in pubblico. Lo so anch'io se un mio giocatore ha giocato male, ma non lo ammetterò mai in tv o sui giornali. Lo brucerei, e invece mi serve. Ma è mio diritto e dovere, in privato, parlare con quel giocatore e dirgli dove ha sbagliato e come fare per non rifare quell'errore. Altrimenti, che ci sta a fare un allenatore?". Un paio di risposte che fanno vacillare le fondamenta dello sbarramento di fuoco a cui è sottoposto Benitez. Fermo restando che, tatticamente, alcune scelte contro l'Udinese erano sbagliate. Ma questa è un'altra storia.

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Fonte : di Claudio Russo
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