“Non lo meritate”. Dopo 613 giorni c'è la pace: adesso non inguaiatelo con la storia della dieci...
di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
29 gennaio 2014. Al San Paolo si giocava Napoli-Lazio gara di Coppa Italia. Al minuto 23 del secondo tempo, Benitez richiama in panchina Insigne gettando nella mischia Mertens. Lorenzo esce dal campo rispondendo ai fischi dello stadio con un gesto polemico. Molti parlarono di rottura fra il calciatore e la piazza partenopea. La verità è che in quel gesto, Insigne ha dimostrato attaccamento alla maglia e grande personalità. Lorenzo è uno che sta male quando non gioca bene e soprattutto quando il Napoli non vince. In quei giorni a fare più rumore fu il tweet di sua moglie Jenny che scrisse: “Non lo meritate”. Storie di un'amore che da parte del diretto interessato non è mai stato messo in discussione. Lui a Napoli vuole rimanerci a vita.
Quei tempi difficili, oggi sono lontani anni luce. Lorenzo, dopo il grave infortunio, sembra un altro. Non solo non ha mai mollato durante lo stop forzato, ma ora sembra più maturo in campo e nell’animo. Che avesse qualità lo si sapeva anche prima, Sarri ha saputo però perfezionarle in via definitiva. Se Lorenzo oggi è un giocatore completo, lo deve anche alla scuola fatta con due maestri di calcio come Zeman e Benitez. Napoli è una piazza umorale, l’atteggiamento verso Insigne ne è la prova. Oggi c’è chi parla addirittura della 10 di Diego da mettere sulle spalle di Lorenzo. Menomale che l’azzurro e l’entourage volano basso perché parlare di quel numero sulle spalle di Insigne da un lato può essere uno stimolo, ma dall’altra un danno. Ora va tutto bene, ma alla prima difficoltà si sparerà addosso a Lorenzo perché è napoletano e deve ‘pagare’ più di tutti. Maradona è Maradona, Insigne è Insigne. Godiamoci il suo talento senza cadere in provincialismi o esaltazioni temporanee. Perché a Napoli si sa: se segni sei Dio, ma se sbagli mezza gara sei da cedere...
RIPRODUZIONE RISERVATA