La staffetta della discordia, quella volta che i diritti d'immagine salvarono il Napoli...
Estate del 2013, Napoli. Un piccolo tuffo nel recente passato. La città piangeva l'addio del suo eroe, Edinson Cavani. Il volto del rinascimento partenopeo, quel bomber sorprendente capace di riscrivere la storia. Tre anni intensissimi, emozioni indelebili. Poi l'addio. Inevitabile, ma in fondo anche annunciato. La fine degli stimoli, l'ambizione e la voglia di un ingaggio da top player. Fu così che avvenne la gloriosa staffetta all'ombra del Vesuvio: fuori il Matador attratto dal progetto e dai petrodollari del PSG, dentro Gonzalo Higuain. A sorpresa. Due puri diamanti del calcio contemporaneo, col Napoli che conservava comunque il suo posto nell'olimpo.
E pensare che tutto nacque da un no, in realtà. Ebbene sì, da quei famigerati diritti d'immagine che spesso hanno ostacolato in extremis i sogni della piazza. Perché il primo obiettivo era in realtà una rivelazione del calcio sudamericano: Leandro Damião, una prima punta fisicamente molto potente e in grande ascesa. Prima l'exploit con l'Internacional, poi la numero 9 della Seleção. Col club partenopeo che puntò dritto sull'atleta verdeoro, ad oltranza fino a stufarsi. Perché si sa, la corda prima o poi si spezza. Non sono l'enorme pretesa di 25 milioni di euro della società di Porto Alegre, ma anche le onerose richieste dell'atleta nemmeno disposto a rinunciare al suo sponsor. Un lungo e stancante tira e molla, poi il punto definitivo.
Così nacque l'idea Pipita, con la necessità di virare d'urgenza su un cannoniere di sicuro affidamento col conto alla rovescia che iniziava minaccioso. Un improvviso sms del presidente in direzione Dimaro, da lì il blitz successivo che ha poi fatto le fortuna del Napoli. Due anni dopo, l'ex Real Madrid resta tra i primissimi attaccanti di peso dell'intero palcoscenico mondiale mentre il brasiliano è tristemente scomparso dai radar. Svenduto al Santos e poi passato in prestito al Cruzeiro, mai più convocato in nazionale. Una meteora, insomma. Vari problemi fisici, ma soprattutto un rendimento mai continuo: un'illusione. E Napoli ringrazia. 25 milioni di volte.
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