Lo strano 'incantesimo' della numero 7, quando tra le pieghe di una maglia si nasconde il segreto del Napoli

20.10.2014
16:00
Redazione

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

Dev'esserci qualcosa di magico, in quella maglietta. Tra le fibre elastiche della Macron è racchiuso qualcosa che trascende ciò che succede in campo, un'energia che viene sprigionata in determinati attimi e che, dopotutto, risiede lì da sei anni.

La maglia numero 7, in questi anni, se la sono divisa in tre: Ezequiel Lavezzi, Edinson Cavani, Josè Callejon. Tre variabili con una sola, unica, costante: il gol...o, quantomeno, una continuità di rendimento altissima nel tempo. Dal Pocho a Calleti, passando per il Matador.

Con il Pocho ci eravamo innamorati del dribbling, quello potente con il pallone che cambia direzione nel giro di pochi attimi, quello che porta all'assist decisivo e al gol dei propri compagni, quello che ha aperto praterie in campo per gli inserimenti che hanno reso Marek Hamsik uno dei più devastanti incursori d'Europa.

Con il Matador ci siamo resi conto di avere di fronte uno dei più forti attaccanti che abbiano mai vestito la maglia azzurra: un animale da gol, uno di quelli che fiuta il pallone e sa già come colpirlo e dove finirà, in rete. 104 volte, una più bella dell'altra, condite da gol su punizione, su rigore, al volo...perfino cambiando direzione in corsa, per informazioni chiedere al portiere del Dnipro.

Con Calleti, invece, arriviamo forse alla summa di entrambi i fattori: dribbling e gol. Premessa: il dribbling non è quello di Lavezzi ed il fiuto del gol non è quello di Cavani, ma a livello di mostruosa concretezza siamo ai vertici. Il record, quello di essere il primo spagnolo a segnare per quattro giornate consecutive in Serie A, è la conseguenza del suo rendimento. Lo vedi e lo noti dalle piccole cose, quelle caratteristiche comuni a tutti e tre: e non parliamo dei gol, ma dall'attitudine al sacrificio, dalla voglia di vincere sempre presente e dal fatto che, quando necessario, il trio non si è mai rifiutato di tornare fino in difesa per recuperare il pallone.

Quando Lavezzi lasciò la 7 a Cavani, in tanti si chiedevano se Edinson la meritasse. Quando l'uruguaiano è partito, l'ha presa Josè ed in tanti si chiedevano se la meritasse. I numeri hanno zittito un po' tutto. Lavezzi, Cavani e Callejon: accomunati dalla stessa lingua, quella spagnola, e dallo stesso verbo in mezzo al campo: giocare, stupire, imporsi. Diventare dei leader, dei top-player. Evidentemente qualcosa, in quella maglia numero 7, c'è davvero...

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