Mertens rincorre Milik dopo aver dominato, ma quanta voglia rimane dentro Dries?
Un contratto in scadenza tra sedici mesi, un posto da titolare in bilico, un’età che avanza ed un compagno - Hamsik - che va a guadagnare dei soldi che, in passato, gli sono stati offerti. In questo momento, Dries Mertens è questo.
I numeri inchiodano Dries
In campionato appare come un elemento estraneo da novembre: un solo gol, contro il Bologna, nelle ultime dodici partite (dieci presenze, 616 minuti giocati, ventisei tiri: un'enormità). Errori grossolani come quello di Firenze, davanti a Lafont, il Mertens degli ultimi anni non li avrebbe mai fatti: sarebbe finito con lo spaccare la porta. Invece no, sguardo a metà tra il perso ed il dubbioso e forse l’idea che qualcosa sia effettivamente cambiato. È un Mertens che non ha l’accordo sul rinnovo di contratto, per ora: la sua carriera si avvia verso la fine, dato che la carta di identità a maggio reciterà 32 anni. Cosa succede, Dries? Otto gol e sette assist sono un buon bottino in A, ma dal 25 novembre il conto è di una marcatura e tre assist.
Mertens rincorre Milik, ma quanta voglia c'è?
Maurizio Sarri lo aveva posto al vertice alto di una squadra proiettata all’attacco, con meccanismi ben oliati; il 4-4-2 di Ancelotti, negli ultimi mesi, ha premiato Milik (otto reti in undici presenze, 723 minuti, trentacinque tiri). Il polacco è sembrato essere più a suo agio, però è strano come siano bastati pochi mesi a ribaltare le carte in tavola: in valore assoluto, Mertens ha dominato l’attacco azzurro degli ultimi tre anni, lasciando a Milik le briciole (al netto degli infortuni). Adesso è Mertens a dover rincorrere, e dopo sei anni e 101 gol azzurri vai a capire se, a pochi mesi dai 32 anni, c’è ancora la voglia. Altrimenti a giugno vanno fatte delle valutazioni, e dal punto di vista economico De Laurentiis ha dimostrato di non farsi troppi problemi.
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