Scatti, corsa e qualità... sognando Hamsik
Poco prima della sfida tra Juventus e Napoli della passata stagione (quella, per intenderci, decisa dal tiro di Zaza a tempo quasi scaduta), parlava così quel Piotr Zielinski che adesso sta incantando tutti all'ombra del Vesuvio: "Farò il tifo per gli azzurri perché il mio idolo è Marek Hamsik". Bene, a guardarlo si nota immediatamente quanto il capitano azzurro rappresenti un punto di riferimento per il giovane polacco: spaventoso quando parte in campo aperto, eleganza regale nel condurre il pallone a velocità a volte supersonica e capacità di calcio fuori dall'ordinario che spesso lo porta anche a timbrare il cartellino dei marcatori. Queste doti, però, erano già note e si erano ampiamente viste ad Udine prima ed ad Empoli poi, sia con Sarri che poi, in maniera ancora maggiore, con Giampaolo l'anno scorso.
Ciò che però maggiormente colpisce, e per certi versi stupisce, è la sua capacità di sacrificio ed anche di stare lì in mezzo per "fare legna", come si suol dire, ed a testimonianza di ciò ci sono i già 16 palloni riconquistati fino a questo momento nelle 14 presenze con il Napoli (733 minuti giocati; ne ha recuperati, per fare un esempio, "solo" 8 in più il suo collega di reparto slovacco e modello da seguire in 1182 primi). Non è un caso, infatti che, tra i nuovi acquisti, sia stato lui, insieme al connazionale Milik, quello che ci ha messo meno tempo ad inserirsi e ad essere impiegato da Maurizio Sarri, che però, per amor del vero, aveva già avuto modo di apprezzarne le doti già negli ultimi sei mesi della sua sensazionale esperienza empolese. Una sorta di fusione tra Hamsik ed Allan, mano e braccio, metaforicamente parlando in grado di brandire sia la sciabola che il fioretto.
Ed in tutto questo Napoli si coccola questo talento purissimo che ha degli enormi margini di crescita e per il suo futuro ha la fortuna di lavorare accanto ad una delle mezze ali più forti in circolazione: sua maestà Marek Hamsik.
RIPRODUZIONE RISERVATA