Caso scommesse, il portiere Seculin non si prestò alla combine: "Castaldo disse di mettere i soldi in frigorifero"

24.05.2016
11:30
Redazione

Su richiesta del pm Maurizio De Marco, titolare con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice e il pm della Direzione nazionale antimafia Maria Vittoria De Simone dell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, l'ex calciatore Luca Pini è finito agli arresti domiciliari assieme all’ex capitano dell’Avellino, Francesco Millesi. I due sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e frode sportiva, così come è contestato il concorso esterno al centrale del Armando Izzo. L'edizione odierna di Repubblica riporta alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Accurso: "Pini aveva detto che Millesi, uno dei giocatori più influenti dello spogliatoio dell’Avellino, voleva parlare con noi della Vinella Grassi. Eravamo presenti io, mio fratello, Geremia, Pini e Millesi. Quando iniziai un discorso chiaro, andando subito al sodo, Millesi mi disse chiaramente che Castaldo (attaccante dell’Avellino, non indagato n.d.r.) e altri giocatori avevano il suo stesso procuratore e facevano quello che lui diceva. Io gli dissi che noi avevamo Izzo che era disponibile".

Inoltre Repubblica specifica: "Seculin, non indagato, non si presterà alla combine. Il rifiuto del portiere, afferma Accurso, lasciò «molto contrariati » gli ideatori della combine. Il clan infatti aveva consegnato a Pini 150 mila euro destinati a organizzare l’affare che poi furono restituiti quando si seppe che Seculin non era disponibile. «Mi venne detto che Castaldo prese addirittura Seculin per il petto», dice Accurso. «Quando Pini riportò indietro i 150 mila euro, Castaldo gli disse: falli mettere in frigorifero, i soldi. Come a farci capire che ci sarebbe stata una prossima, futura, combine»".

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