CdM, Zambardino su Conte: "Antonio, ma che fai? Adesso c’è poco da stare... Allegri"

13.05.2025
10:20
Redazione

Ultime notizie SSC Napoli, l'edizione oggi in edicola del Corriere del Mezzogiorno propone l'editoriale a firma di Vittorio Zambardino:

"Nessun dorme. Nel senso che pochi hanno dormito dopo il pareggio che ci ha svegliato dal sogno. E anche da svegli il lunedì è stato un hang over, un dopo sbornia o un reflusso senza fine. Adesso ci dicono che anche sognare è malattia, che le bandiere col numero 4 hanno portato peste. E tutto questo mentre l’orbe elettronico mediatico si dedica a critiche feroci verso Antonio Conte, come una folla di amanti traditi verso il proprio amore scoperto a letto con altri. Ma Conte non ci ha mai promesso un giardino di rose, siamo noi che lo abbiamo nel cuore, lui ha sempre e solo parlato di spine. E adesso che le spine pungono le mani, azzardiamo qui una piccola terapia per la prossima settimana e mezza. Ma prima dobbiamo capire di che cosa soffriamo.

Il capo di accusa è tutto vero, non ci sono montature. Antonio ci ha portato alle soglie del giardino e ora, come fa da un anno, ci dice che non è sicuro che ci entreremo. Ma è lui il guardiano e il «ladro» di quel sogno. Cocciuto, difende contro avversari ragazzini. Mente dicendo che hanno fatto solo due tiri. Mette un Billing che si rivela due volte catastrofico togliendo un Jack che stava scintillando. Schiera una difesa che non regge - e non regge col Genoa, non col Barcellona - pur di non dare una chance a Rafa Marin. Ostracizza Okafor come fosse un dilettante. Segue senza scostamenti il suo canone trapattoniano, difendendo un 2 a 1 che poteva diventare più largo e farci dormire la notte. È un azzardo difensivistico senza il beneficio di avere Bonucci, Chiellini e Barzagli dietro. In realtà Antonio continua a dirci con le sue scelte che questa rosa gli fa quasi orrore e che l’unica scelta è mettere in campo sempre gli stessi a costo di romperli (lo Stani innamorato) o essere ridicolizzati (Anguissa). Ma quella che va in campo è una squadra che poi non regge davvero i 90 minuti: e la mitica preparazione? E la serqua infernale di infortuni? Ma davvero dobbiamo credere che la sabbia di Castel Volturno sia colpevole? Ma soprattutto la testa, l’allenamento della mente, la mentalità. Eri venuto per questo, Antonio.

Antonio, Antonio, dicci che non è vero che non riesci a togliere la paura dal cuore dei tuoi ragazzi. All’ingresso in campo domenica la telecamera ha catturato volti che dire tesi era poco, manca un pelo che ci partiva il file «Dietrologia.exe» e ci mettevamo a pensare che forse gli avevi detto qualcosa di terribile. O Antonio de nuestro corazon , perché ci prendi per fessi e ci racconti ancora dell’anno scorso? I 53 punti erano un anno fa, un’era calcistica fa, tu sei al timone da undici mesi solari e questi, ai quali neanche la coppa Italia hai voluto concedere, muoiono in campo come asfissiati. Perché, vedi Antonio, tu ci metti in imbarazzo: avevamo scritto che al limite col Genoa non eravate stati neanche tanto peggio di altre volte, e il popolo inferocito adesso ci insegue per linciarci. Ma noi volevamo dire che questa squadra a Lecce aveva fatto un secondo tempo da orrore e che per tutto il benedetto campionato non ci ha mai davvero lasciati con la bocca buona e il cuore felice. E allora ci hanno inseguito gli ideologi della competenza, i fondamentalisti dell’antigiochismo, i «machiavielli» che per vincere qualsiasi compromesso va bene.

Ma, Antonio de mi vida, tu adesso ci dici che noi lo abbiamo chiamato amore e invece era un calesse? Chi ci prescrive le benzodiazepine per questa settimana? Tu vorresti trovare il nemico nel nostro entusiasmo? Antonio, noi siamo poveri ma non scemi. E qui abbiamo noi un piccolo consiglio per il popolo disperato. Silenzio e meditazione: contenere il dolore come se fosse solo un bruciore dell’anima. Non agitarsi, aspettare Parma ed eventualmente l’ultima a Fuorigrotta. Chiudiamo gli occhi, tanto la realtà non cambia se ci agitiamo: nulla di grave può accadere. Se era un sogno svanirà, se è una verità si realizzerà. Diceva il Maestro all’allievo mentre la barca scorreva sul Gange e veniva udito da Siddharta che lì meditava: «Se tiri troppo la corda si spezzerà; se la molli troppo non suonerà». E il Buddha ne fu illuminato sul metodo e la via che deve avere orrore degli eccessi e dei fondamentalisti per cercare la Via. Noi restiamo sospesi nell’attesa del sogno o del doloroso risveglio. In ogni caso ci sarà poco da stare Allegri".

Notizie Calcio Napoli