Corbo: "La scelta Gargano non è casuale, è un messaggio alla società. E' ora che parli De Laurentiis!"

28.08.2014
11:40
Fabio Cannavo

Più che l’1-1 del 19 agosto, bastava rivedere i lunghi languori e i pur brevi splendori del finale per capire come sarebbe finita nel rinnovato San Mames. Non poteva che andare così. Con un Napoli che sbanda in difesa, con un reparto tutto da riorganizzare e potenziare, con Albiol evaporato dalla primavera scorsa, colpevole e scadente in tutte e due le sfide, con un fantasma chiamato Callejon, non poteva che finire così. Per la sfida senza appello, Benitez ha custodito un segreto. La conferma di Gargano. Trascurato e invenduto, vestito in fretta da prezioso supplente. Una scelta che inevitabilmente boccia Inler. È apparso come un messaggio alla società: che arrivi subito un mediano di qualità, anche perché De Guzman è disposto a sacrificarsi, ma preferisce giocare trequartista. La scelta di Gargano rivela le oscure tensioni, gli imbarazzi, i malumori, che hanno portato il Napoli ad una sfida che valeva più dei trenta milioni stimati. Benitez ha vissuto la vigilia nella solitudine di chi si gioca tutto, isolandosi. Di chi antepone le sue idee spesso audaci alle più comode e convenzionali. Magari avesse insistito su Britos, gli ha invece preferito un Ghoulam incongruo nella difensiva. Gargano ha premiato la coerenza di Benitez, moltiplicandosi a centrocampo nel primo tempo, almeno lui ha interrotto le trame dei baschi. Azionando interessanti mulinelli che hanno visto sempre protagonista Muniain, insidioso con le sue conversioni da sinistra al centro. L’interdizione di Gargano andava nella prima parte completata da una fase che purtroppo è mancata: né Jorginho, né Hamsik hanno saputo recuperare palla e costruire. Sotto la cresta nera dello slovacco c’era però la scintilla per accendere una partita diversa. Il gol di un capitano e di un leader atteso da troppo tempo. Il vantaggio del Napoli più che la reazione dei baschi ha provocato il grottesco smarrimento difensivo: il Napoli si è illuso di essere in Champions, con colossale ingenuità. Il verdetto di Bilbao chiama comunque il presidente, ora più che mai, a raccontare tutti i segreti di questa strana e grigia estate. C’è una spettacolare ambiguità da chiarire. Si parte dal nome di Mascherano, si esplora l’universo del calcio facendo volare come bolle di sapone almeno quaranta possibili acquisti, si arriva poi ad un bilancio al momento astruso. Chi può giocare, è venduto per far cassa, come Fernandez e Behrami. Chi deve partire, come Gargano, è titolare nella Grande Sfida. Chi non ha futuro, rimane nel libro paga, come Pandev e Donadel. Milioni bruciati. Quelli che dovevano arrivare non si sono visti, fanno eccezione Koulibaly, Michu e De Guzman. Si immagina un film affidato a registi e sceneggiatori pasticcioni. Una trama stravolta, non si capisce dove sia l’inizio e dove la fine, se sia un soggetto comico o drammatico. Presidente, è ora che parli lei.

Fonte : di Antonio Corbo per La Repubblica
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