Corbo plaude alla gestione Gattuso: "Dice quello che pensa, Napoli coeso! Dentro o fuori, zero compromessi"

17.02.2020
11:50
Redazione

Cagliari-Napoli 0-1 editoriale Antonio Corbo su Repubblica all'indomani della vittoria di misura degli uomini di Gattuso sulla squadra di Maran alla Sardegna Arena

Cagliari-Napoli 0-1, consueto editoriale di Antonio Corbo su Repubblica all'indomani della vittoria di misura degli uomini di Gattuso sulla squadra di Maran alla Sardegna Arena. Ecco alcuni passaggi significativi

Cagliari-Napoli 0-1, editoriale Corbo

Non bello ma solido, tozzo ma concreto. Prima di un gran gioco Gattuso dà al Napoli una sagoma. La sua. Per farlo risalire verso zone di classifica meno umilianti per la storia moderna del club, gli trasmette un po’ del suo carattere. Impone una linea di confine. Basta errori e compromessi, il Napoli ora sa che per vincere deve accettare regole palesemente violate negli ultimi tempi. Dentro o fuori, quindi. Con la guida tecnica che si scinde dalla politica societaria. Sono due i testimonial del nuovo corso. Il primo è Mertens, 33 anni, ieri al gol numero 120, uno meno di Hamsik. Ad una azienda non conviene puntare su un tesserato alle ultime pagine del contratto. Non sale il suo valore di mercato: lo scugnizzo belga, se andrà via, non lascerà un euro nelle casse. Ma Mertens gioca, ha la carica euforizzante dell’allenatore, segna il gol della vittoria a Cagliari con un capolavoro di furbizia, tempo e tecnica. Uno stop improvviso e nel diametro corto si gira per infilare in torsione una palla micidiale, precisa nell’angolo come un colpo di racchetta. A fine partita Gattuso insiste. Dice che Mertens è così duttile da semplificare tutta la fase offensiva. Vuol segnare la discontinuità nel Napoli con una sola parola, la chiarezza. Dice quello che pensa. Non raccomanda Mertens alla società perché sono attività diverse: la sua e quella dei dirigenti che promettono o trattano il rinnovo dei contratti. Precisazione che rende più trasparenti e credibili le sue formazione. Le cambia senza retropensieri né sospetti. L’altro giocatore che gli fa da spot è Allan. Gattuso lo lascia a casa risparmiandogli il viaggio a Cagliari. Se è stanco, si fermi pure. Con brutale franchezza rivela tutto. Non copre quello che diventa un altro spiacevole caso nella carriera di Allan, lo stesso che aveva smesso di infilare la tuta e allenarsi quando si sentiva già a Parigi nel Psg per una cifra che si sarebbe poi rivelata solo una utopia. Da allora il Napoli è sconvolto negli equilibri interni. Comincia in quel terribile gennaio 2019 la sindrome dell’altrove, un pensiero segreto e lacerante che porta i giocatori ad immaginarsi già in altre città, con altre maglie, in altri campionati. Si sono sparriti nella loro stessa fantasia, frenando il Napoli dalla gelida primavera di Ancelotti. Oggi Allan sa che deve seguire le regole: dentro o fuori. Neanche questo stop tiene alte le quotazioni di mercato di Allan fermo da oltre un anno sull’uscio del club. Sempre in dubbio, se chiamare prima un taxi per l’aeroporto o implorare una presenza all’allenatore di turno. Questo clima mostra un Napoli finalmente squadra. Non irresistibile, ma coeso. L’assenza di Insigne consente ad Elmas di potenziare la catena di sinistra con ispidi inserimenti ma anche al capitano di risparmiarsi per il gran finale. Il Cagliari dopo un vivace inizio si sistema per difendere le sue fragilità, il Napoli che preferiva attendere si coordina intorno a Demme per poi dare dopo un’ora l’accelerazione fatale. Tocca a Mertens decidere la partita, alla squadra difendere il vantaggio con qualche squilibrio senza Demme e qualche brivido in meno. Perché Ospina nel finale smette di gestire con troppa audacia la palla in aerea. Piedi sì, ma senza esagerare. Vittoria e nuovo clima sono nell’immagine significativa: l’abbraccio di Manolas, uno dei migliori, a Gattuso. Ora si capisce meglio il gioco delle parti. Chi sta dentro e chi è ancora fuori.

Notizie Calcio Napoli