Corbo su Gianni Di Marzio: "Scoprì Maradona ma fu una rincorsa senza incontro: gli aveva rubato il cuore. Gianni che girava il mondo e amava Napoli"

24.01.2022
04:00
Redazione

Il ricordo di Gianni Di Marzio di Antonio Corbo

Antonio Corbo ricorda Gianni Di Marzio nel suo editoriale per La Repubblica:

Antonio Corbo ricorda Gianni Di Marzio

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"Per ottantadue anni è stato il cronista di se stesso. Gianni Di Marzo, scomparso alle 5 del mattino in un ospedale di Padova dov’era ricoverato per una crisi respiratoria, si raccontava ogni giorno. Viveva e parlava di calcio. Allenatore autodidatta, una carriera da mediano nella Flegrea campione d’Italia jr troncata da un ginocchio infedele, si poneva al centro dei suoi lunghi discorsi. Forse per rendersi credibile: il calcio diffida di chi arriva in panchina dal buio. Ma nella storia che gli mancava, c’era la sua dimensione di uomo senza età: intelligenza e astuzia, la velocità di conquista distingueva i “ragazzi di viale Elena” nel mito di Alan Sorrenti. Nati a Mergellina, temprati dal sole di inverno sugli scogli sapevano correre nella vita con il vento in faccia, non poteva chiudersi nella solitudine di un imbarco Gianni, diploma dell’istituto nautico preso e dimenticato, il suo mestiere era il sogno, l’avventura, il coraggio. 

Antonio Corbo

Corbo ricorda Di Marzio su Maradona

I suoi amori e dolori, il Napoli e Napoli. Maradona, una rincorsa senza incontro. Perché arriva per una rifondazione tecnica con Giorgio Vitali un direttore sportivo che sa di calcio, porta il Napoli dei giovani al quinto posto, in Uefa e alla finale di Coppa Italia, ma in estate non convince Ferlaino a comprare Maradona per soli 300mila dollari. Bisogna lasciarlo per un anno in Svizzera, l’affare sfuma. A Diego aveva rubato il cuore, ogni giorno insieme a pranzo per fargli dimenticare l’esclusione dal Momdiale ’ 78 vinto dall’Argentina guidata da buone stelle, la “Seleccion” spinta dalla Giunta militare di Jorge Rafael Videla con un Ct non inflessibile. Gli incontri con Diego ma anche Cristiano Ronaldo segnalato invano alla Juve. Quanti ricordi, bandiere, foto, maglie, documenti in quella casa tra Duomo e Piazza delle Erbe. La sua casa. Le sue vittorie. La sua nostalgia. Le sue delusioni. Com’è difficile per un napoletano di Mergellina, girare il mondo e amare Napoli".

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