Coronavirus in Campania, SOS dell'Asl Napoli 3 Sud: "Cerchiamo donatori guariti, il loro plasma può salvare vite! Ecco requisiti ed efficacia"

17.11.2020
10:30
Redazione

Ultime Coronavirus in Campania - Sos dell'Asl Napoli 3 Sud: l'intervista a Il Mattino

Ultimissime Coronavirus Napoli - «Hai contratto il Coronavirus e ne sei uscito vincitore? Dona il plasma, salva delle vite!». Un vero e proprio Sos quello dell'Asl Napoli 3 Sud che avvia la campagna per la donazione del plasma iperimmune dei guariti da Covid-19, da utilizzare come farmaco per pazienti affetti dal virus, ricoverati in terapia sub intensiva e che non possono sottoporsi a cure farmacologiche invasive.

Cinzia Pagano, ematologa e trasfusionista, è responsabile dei Sit (Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale) degli ospedali Maresca di Torre del Greco e San Leonardo di Castellammare che, in rete con il Santa Maria della Pietà di Nola e il Covid Hospital di Boscotrecase, si occupano del reclutamento dei donatori e della raccolta del plasma. Ecco l'intervista all'edizione odierna de Il Mattino:

Dottoressa, come funziona il protocollo?

«L'obiettivo è raggiungere il maggior numero di pazienti guariti dal Covid-19 per raccoglierne il plasma con elevato titolo anticorpale, cioè che dopo la malattia abbiano sviluppato molti anticorpi, così da creare una banca del plasma».

A che punto siete?

«Siamo appena partiti e siamo in fase di reclutamento dei donatori. La nostra equipe, oltre che dal dirigente facente funzione Eduardo Gattola e da me, è formata da biologi, infermieri, tecnici. Il lavoro tecnico e analitico è fatto in rete dai tre Sit, ma solo al Maresca si può effettuare la raccolta perché c'è l'unico ambulatorio dell'Asl 3 Sud in grado di effettuare la plasmaferesi, cioè la procedura che separa il plasma da altri elementi del sangue». 

E il reclutamento come procede?

«Per ora abbiamo un elenco di 45 volontari, reclutati tra i nostri donatori abituali. Ma è solo un primo passo di un cammino che si annuncia difficile».

Perché difficile?

«Perché non tutti, anche volendo, possono donare il proprio plasma. È una ricerca complessa, prima di procedere dobbiamo valutare se esistono tutti i requisiti. Ecco perché chiediamo a tutti i potenziali donatori di farsi avanti». 

Quali sono questi requisiti?

«L'età compresa tra i 18 e i 65 anni, la guarigione dal Covid 19 certificata con almeno due tamponi negativi, che siano trascorsi almeno 28 giorni dalla guarigione, l'assenza di co-morbilità e l'esclusione di donne che hanno partorito o abortito. Perché il plasma sia efficace, poi, è necessario che il paziente abbia ancora un'alta carica di anticorpi e di solito accade se non sono trascorsi più di due mesi dalla guarigione. Anche l'aver superato una forma acuta, con ricovero in terapia intensiva, potenzia il titolo anticorpale».

È efficace la terapia al plasma?

«Siamo ancora in fase sperimentale e ci auguriamo che lo sia. Il plasma riduce la necessità di ventilazione meccanica. L'obiettivo è l'accelerazione delle guarigioni, la riduzione della mortalità a 30 giorni e anche la riduzione della durata dei ricoveri, così da liberare posti letto».

Ci sono rischi per i donatori e per i riceventi?

«Gli stessi di un'ordinaria trasfusione: per i donatori crisi ipotensive o lievi dolori mentre per i riceventi reazioni allergiche minori, reazioni febbrili, sovraccarico di plasma».

Come si diventa donatori?

«I pazienti guariti di recente possono chiamare al numero 081 8490132 per fissare un appuntamento. La donazione è gratuita, un atto d'amore, ma per i donatori é anche occasione per controllare il livello degli anticorpi».

C'è un identikit del donatore tipo, tra i primi che si sono offerti?

«No, ci sono ragazzi di 18 anni come 50enni o 65enni, dagli studenti ai professionisti. Provengono da tutti i comuni della provincia».

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