CorrSera - Ossessione Tiki Taka, il Barça di Setien ha già perso la testa: il Napoli ci spera

27.01.2020
18:20
Redazione

Ossessione tiki taka per il barcellona, Setien già ottiene la prima sconfitta e il Napoli ci prova

Ultimissime calcio Napoli - Carlos Passerini commenta sulle colonne del Corriere della Sera il momento negativo del Barcellona, prossimo avversario del Napoli in Champions League: "

"Che non fosse una grande idea l’avevano pensato un po’ tutti, anche perché mai in 121 anni di storia era successo che il club blaugrana cacciasse un allenatore in testa alla classifica, ma dopo la brutta sconfitta di sabato in casa del Valencia l’interrogativo è diventato inevitabile: perché il Barcellona ha cambiato l’allenatore?

La motivazione addotta da Bartomeu nel giorno della presentazione del cruyffista Quique Setien al posto del troppo normale Ernesto Valverde non regge già più: «I risultati erano molto buoni ma la dinamica è migliorabile» aveva spiegato convinto il presidente. Invece non è migliorato un bel niente, anzi è peggiorata, la dinamica: ieri il Real Madrid ha vinto a Valladolid e ora è in testa da solo, a più 3. Vero che non finisce qui, vero che la stagione è lunga, vero che i catalani sono in corsa anche in Copa del Rey e in Champions, ma queste prime tre partite del nuovo corso hanno gettato nello sconforto i tifosi culé, che temono seriamente un contraccolpo.

Se il piano di Bartomeu e del suo braccio destro Abidal era una rapida restaurazione dell’ortodossia calcistica, quel fùtbol tutto spettacolo e palla a terra che è l’essenza stessa dell’ideologia barcelonista, per ora si è ben lontani dal realizzarlo: gli 867 passaggi contro i 297 del Valencia, per una percentuale di possesso palla di 74% a 26%, dicono che il tiki-taka di guardioliana memoria è solo nelle intenzioni, è solo titic-titoc, come diciamo in Italia di quelle squadre che si passano la palla perché non sanno cosa fare. «Forse non mi sono spiegato bene, non mi capiscono» ha provato a giustificarsi Quique, una specie di Sarri spagnolo, per via della sua lunga gavetta e del fatto che arriva al suo primo incarico di prestigio a 61 anni. Voleva probabilmente solo essere sincero e genuino, come quando il giorno della presentazione non aveva nascosto l’emozione («ieri passeggiavo fra le mucche, oggi alleno la più forte squadra del mondo»), ma di certo parlando così non tranquillizza il sofisticato ed esigente mundo Barça, già scettico prima del suo arrivo. In fondo era stata piuttosto strampalata e discutibile anche la dinamica della sua nomina: prima di lui erano stati contattati Xavi e Koeman, ma hanno detto no.

Sorride il Real e prova a farlo anche il Napoli, avversario dei catalani agli ottavi di Champions. Il guaio è che manca ancora un mese. E il Barça, con questo allenatore o con un altro, resta il Barça. Basta una parola: Messi".

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