Cozzi, procuratore: "Anche al Genoa c'è uno stile mafioso in grado di condizionare una squadra"
«Uno stile mafioso in grado di condizionare una squadra». Il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, punta il dito contro la tifoseria genoana. «C’è una nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato». A riportare le parole del procuratore è Marco Di Lello, coordinatore del Comitato “mafia e sport” e segretario della Commissione parlamentare Antimafia, come sottolinea l'edizione genovese de La Repubblica. Cozzi nel corso dell’audizione a Roma ha parlato di episodi ben noti che hanno riguardato il rapporto tifosi-società, ma ha anche reso noto che dopo la partita persa dal Genoa con l’Atalanta per 5-0 il 2 aprile, gli ultras avevano intenzione di organizzare un’azione eclatante. Per farlo avevano chiamato un pregiudicato albanese che aveva guidato il drone con la bandiera della Grande Albania sullo stadio di Belgrado durante la partita Serbia-Albania. «Le modalità di comportamento – ha spiegato Cozzi – si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso. Questa persona è stata fermata dalla polizia sulle alture: arrivava da Milano, nulla lo legava a Genova, e abbiamo ragione di credere che fosse stato chiamato dagli ultras per preparare qualcosa e mandare un “messaggio” alla squadra dopo la sconfitta». Di Lello aggiunge. «Abbiamo anche ricevuto conferma di “rapporti promiscui” dei tifosi pregiudicati “con i calciatori, spesso mediati dalla società». Il Genoa «in questo caso non appare del tutto estraneo a quel che accade», ha aggiunto Di Lello.