De Giovanni: "Il Matador Cavani contro Cristiano Ronaldo"

12.07.2018
11:50
Redazione

Vi proponiamo, di seguito, l'editoriale di Maurizio De Giovanni per il Corriere del Mezzogiorno: "L’affare CR7, enorme e devastante,

Vi proponiamo, di seguito, l'editoriale di Maurizio De Giovanni per il Corriere del Mezzogiorno:

"L’affare CR7, enorme e devastante, improvviso e controtendenziale, ha squarciato innegabilmente la pesante coltre di nubi che gravava sul calcio italiano in progressivo calo d’interesse e fuori dal mondiale illuminandolo di una luce antica. È fuori discussione che tutti gli operatori del settore, nessuno escluso, plaudano commossi all’operazione bianconera: ci si attende una ripresa planetaria dell’interesse verso l’italico pallone, con incremento immediato dei flussi finanziari derivanti da abbonamenti e televisioni (a proposito, complimenti per il paragnostico aumento di prezzo dei tagliandi imposti da Marotta & c. ben prima dell’acquisto del campionissimo). Tra i plaudenti anche i presidenti delle competitrici, De Laurentiis in testa, che non nascondono il fregarsi le mani per i futuri guadagni derivanti dal Ronaldo in campo. Le interpretazioni dell’evento sono diverse, naturalmente: si va dagli ottimisti, che vedono solo un tempestivo inserimento della dirigenza juventina in una crepa del rapporto del campione col Real, ai retropensieristi che immaginano un interesse fiscale del portoghese, già condannato a due anni di detenzione poi patteggiati, a non essere ingabbiato da ben altre marcature per ulteriori eventuali reati di evasione. Ma tant’è. Il calcio italiano ringrazia per essere tornato terra di Grandi. Peccato però che i flussi finanziari derivino (anche) dai tifosi, ai quali viene sottratto con tutta evidenza il sogno di poter essere se non vincenti, almeno competitivi.

Prendiamo il Napoli, per esempio; l’anno scorso, con una Juventus priva del pentapallone d’oro, di Emre Can e Cancelo con lui pervenuti, non è bastato il record assoluto di punti, di vittorie, di trionfi in trasferta e via enumerando.

Gli azzurri di Sarri, esperto comandante alla barra di una nave più che collaudata, sono arrivati secondi e gli è rimasta l’unica parziale soddisfazione di giocarsela più o meno fino in fondo. Certo, quest’anno è arrivato Ancelotti, il Ronaldo della panchina, uno dei pochissimi allenatori vincenti che ci siano in circolazione, e la squadra è stata sapientemente rinforzata dove era carente, coi giovani di bellissime speranze che siamo abituati a veder arrivare: Fabian Ruiz, Meret, Verdi, Karnezis e Inglese si misurano per la prima volta a questi livelli e contiamo sulla loro fame; ma è innegabile che il gap che ci separa dai bianconeri sia diventato immenso. E la convinzione che senza un attaccante da trenta gol a stagione, per intenderci come ce l’hanno l’Inter con Icardi e la Roma con Dzeko, non si possa nemmeno aspirare a mettere in discussione quella leadership, serpeggia. Ancelotti in campo non ci va.

Un dubbio però percorre le menti e i cuori dei tifosi, e lascia una speranza viva. Se l’operazione CR7 è per dir così autoliquidante, se il reddito generato in termini di sponsor, pubblicità e merchandising paga il campione, allora non si può fare altrettanto? Certo non andando a prendere un Messi, per carità, ma qualcuno che si senta stimolato dal confronto, e che non sia bolso ma che abbia dimostrato forza e capacità sia qui che altrove. Perché non provarci magari, che so, rimettendo al centro dell’attacco un certo Matador? No, perché ci stava assai bene. E in quel caso ce la giochiamo, eccome. Non vi pare?".

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