De Laurentiis: "Io polemico? No, visionario! La Lega Calcio non funziona, è imbelle. I dirigenti non cambiano le cose, servono i proprietari"

22.08.2025
18:40
Redazione

Ultime notizie SSC Napoli - Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Sette, il magazine del Corriere della Sera. Vi proponiamo alcuni brevi stralci.

Sono passati 21 anni da quei giorni. Se gli Anni 10 hanno visto l’incontestabile primato della Juventus, il Napoli e l’Inter si contendono il ruolo di squadra guida degli Anni 20, e voi con due scudetti nelle ultime tre stagioni – ma soprattutto con una salute economica che nessun altro possiede a questi livelli – siete avanti a tutti. Lei è stato spesso un dirigente di opposizione polemico ed estremo. Ora che in un certo senso è al governo, cosa cambia?

«Lei dice polemico, io rispondo visionario. Mi permetta di ricordare la mia gavetta nel mondo del cinema, perché molti pensano che il cognome che porto mi abbia spalancato subito tutte le porte. Papà e zio mi fecero iniziare come aiuto segretario di produzione, 32mila lire alla settimana, il cinema visto dal basso. Poi sono passato dall’ufficio legale, e soltanto dopo anni sono stato ammesso alla stanza degli sceneggiatori. Dove stavo zitto, e imparavo da Age e Scarpelli. E dal grande Sergio Amidei. Andavamo al cinema, lui aveva il vizio di parlare ad alta voce, io mi preoccupavo, “guarda che adesso ci menano”. Che tempi. Alla fine di questo percorso – avrò avuto 34 anni – mi sentii abbastanza maturo per pronunciare la frase fatidica: adesso si fa come dico io. Ed è andata piuttosto bene».

Nel calcio non si può. Non ne è l’unico proprietario.

«Beh, io direi invece che si può, visti i risultati che ho ottenuto. Il confronto è con gli altri proprietari, ma se mi permette il gioco di parole, vorrei appunto confrontarmi con loro. Invece quando vado alle assemblee di Lega trovo amministratori, direttori, segretari, ma proprietari pochi. Il mio non è snobismo: senza i proprietari non si cambierà mai niente, e infatti la Lega Calcio non funziona, è un organismo imbelle. I dirigenti dei club guadagnano uno, due, tre milioni all’anno, chi glielo fa fare di proporre cambiamenti allo status quo? Sono i proprietari a doversi muovere, prendendosi il giusto rischio d’impresa».

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